Alexei Navalny “non è morto, è stato ucciso da Putin”. È l’accusa che arriva da Leonid Volkov, lo storico braccio destro dell’oppositore di Putin deceduto in circostanze ancora da chiarire mentre era in prigione in Russia. “Non abbiamo motivo di credere alla propaganda di Stato. Se questo è vero (che Navalny è morto, ndr), allora non è ‘Navalny è morto’, ma ‘Putin ha ucciso Navalny’ e solo questo”, ha scritto su X aggiungendo: “Ma non mi fido di loro neanche un po’”.
“Le autorità russe pubblicano una confessione secondo cui avrebbero ucciso Alexey Navalny in prigione. Non abbiamo modo di confermarlo o di dimostrare che non è vero”, ha scritto l’uomo in un altro tweet. Anche Dmitry Muratov, storico direttore del giornale di opposizione Novaja Gazeta e premio Nobel per la Pace, ha dichiarato alla Reuters che la morte del leader dell’opposizione Alexei Navalny è “un omicidio” e ha affermato di ritenere che le condizioni di detenzione abbiano portato alla sua morte.
“Il mondo ha perso un combattente il cui coraggio riecheggerà per generazioni”, e la Russia “gli ha tolto la libertà e la vita, ma non la dignità”, ha scritto su X la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, dicendosi “inorridita” per la notizia della morte di Navalny e sostenendo che “la sua lotta per la democrazia continua”.
“Navalny ha combattuto per i valori della libertà e della democrazia. Per i suoi ideali ha compiuto l’estremo sacrificio. L’Ue ritiene il regime russo l’unico responsabile di questa tragica morte”, ha affermato il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel aggiugendo: “I combattenti muoiono. Ma la lotta per la libertà non finisce mai”.
Fonte : Today