Agricoltori, 9 miti da sfatare sulle politiche europee contro cui protestano

Negli ultimi mesi, le proteste degli agricoltori europei contro la Politica agricola comune (Pac) hanno portato a risultati concreti. La Commissione europea ha risposto positivamente ad alcune richieste, come il ritiro della proposta di abolizione dei pesticidi inquinanti e le semplificazioni burocratiche. Tuttavia, è evidente che in certi casi il movimento di protesta sia stato strumentalizzato a fini politici a livello nazionale. Per esempio, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha criticato l’approccio dell’Unione Europea dicendo: “Sul tema degli agricoltori ribadisco che l’approccio ideologico, finora tenuto in Europa, è stato sbagliato”.

Questo non corrisponde esattamente alla realtà: infatti, al di là delle critiche legittime, l’Unione europea ha dimostrato una certa flessibilità nell’applicazione della Pac, aggiornata nel 2021, cercando di favorire l’agricoltura e di evitare imposizioni eccessive durante un periodo di crisi nel settore che ormai si protra da anni. È importante sottolineare che il settore agricolo beneficia grandemente dei sussidi europei, con 28 miliardi di euro direttamente assegnati all’Italia e ulteriori 8 miliardi destinati alle autorità nazionali e regionali. Wired ha esaminato le principali questioni sollevate dagli agricoltori e le relative azioni dell’Unione Europea, in modo da distinguere, a oggi, tra critiche pretestuose e reali istanze.

Le tesi

Falso: c’è almeno fino al 2027. Una delle caratteristiche più significative di questa versione aggiornata della Pac è l’assicurazione di un reddito fisso per gli agricoltori fino al termine del 2027. Questo impegno a lungo termine offre stabilità economica agli operatori del settore, rispondendo così a una delle loro principali richieste. La certezza di un reddito prevedibile consente agli agricoltori di pianificare investimenti, innovazioni e sviluppo delle proprie attività con maggiore sicurezza. Oltre alla garanzia di stabilità economica, la Pac aggiornata prevede anche misure speciali per affrontare le sfide emergenti e le situazioni di crisi. Un esempio tangibile di questo sostegno è rappresentato dal fondo di riserva di crisi, dal quale l’Italia ha ricevuto l’anno scorso un finanziamento superiore agli altri paesi, per via delle devastanti alluvioni che hanno colpito duramente molte aree del paese.

Quasi-vero. La Commissione ha recentemente annunciato l’introduzione di un nuovo meccanismo di flessibilità che riguarda le “buone pratiche agricole” necessarie per accedere ai finanziamenti nel settore. Questa decisione include la deroga del requisito, incluso nella disposizione numero 8, che richiedeva il mantenimento del 4% dei campi non coltivati sopra i 10 ettari. L’Unione europea ha istituito questo meccanismo flessibile per l’anno in corso, consentendo agli agricoltori di utilizzare il 4% del terreno per specifiche colture, ma senza l’uso di fitofarmaci.

Falso: ora non più. L’accesso ai finanziamenti della Pac è stato oggetto di discussione tra molti piccoli agricoltori, i quali ritengono che le aziende agricole di dimensioni maggiori abbiano un maggiore accesso ai fondi. Tuttavia, la nuova modalità di distribuzione della Pac non segue semplicemente la proporzione degli ettari posseduti, ma prevede un incentivo aggiuntivo per favorire i sussidi ai piccoli agricoltori. È stato stabilito che una percentuale massima del 10% dei sussidi agricoli può essere trasferita dai grandi agricoltori a quelli di dimensioni minori, anche se l’entità di questa ridistribuzione è a discrezione dei singoli stati. Inoltre, è stata prevista la possibilità di implementare un plafonamento agricolo, ma, anche qui, la decisione di adottarlo spetta agli Stati membri dell’Unione europea. L’Italia, ad esempio, finora ha deciso di non adottarlo. La Pac 2021 include anche disposizioni che offrono flessibilità nelle norme di concorrenza. Questo consente agli operatori del settore di stabilire, in determinate circostanze, accordi rispetto alla sostenibilità che possono comportare l’applicazione di prezzi più elevati ai prodotti.

Falso: le cose cambieranno, almeno un po’. Con la nuova Pac viene introdotta una nuova forma di governance che sposta il potere decisionale non solo a Bruxelles, ma anche agli stati membri, i quali possono adottare misure su misura basate sulle esigenze specifiche dei loro territori. Si mira a favorire la scelta di modelli di business agricoli che siano non solo sostenibili dal punto di vista ambientale, ma anche da quello sociale, e che siano economicamente redditizi. È in arrivo, inoltre, un nuovo pacchetto di misure con l’obiettivo di semplificare le regole burocratiche e amministrative previste dalla Pac, al fine di rendere l’accesso ai sussidi più efficiente ed efficace. Il 26 febbraio gli stati membri si confronteranno con l’Ue per discutere tali modifiche.

Falso: è più flessibile di quanto si creda. La presidente dell’Ue, Ursula von der Leyen ha annunciato la scorsa settimana il ritiro della proposta sull’uso dei pesticidi, optando per un approccio più riflessivo e attento verso la transizione verde. Ma ha fatto sapere, che comunque l’Ue si impegnerà a ridurre la dipendenza dell’agricoltura dall’uso intensivo di sostanze chimiche, come pesticidi e fertilizzanti, con l’obiettivo di promuovere pratiche agricole più sostenibili. Gli “ecoschemi”, ad esempio, rappresentano un’importante iniziativa per promuovere la transizione verso pratiche agricole più rispettose dell’ambiente. Questi programmi includono iniziative come l’agricoltura di precisione e la riduzione dell’uso di pesticidi, con l’obiettivo di proteggere la salute dell’agricoltura e la qualità dei prodotti europei.

Quasi-Falso. Le nuove direttive dell’Ue riguardanti il settore agricolo non contemplano gli organismi geneticamente modificati (Ogm) e l’editing genetico; in tal senso i regolamenti esistenti rimangono ad oggi invariati. Tuttavia, di recente il Parlamento europeo ha adottato una posizione favorevole allo sdoppiamento dei regolamenti che disciplinano gli Ogm rispetto a quelli che riguardano le nuove tecniche genomiche (Ngt). L’obbiettivo è favorire la cultura degli Ngt che impiegano metodi più precisi e mirati rispetto agli Ogm e che non comportano l’introduzione di Dna estraneo. Vengono incentivate, invece, le nuove tecniche agricole: dai satelliti per stimare l’impatto ambientale delle colture alle startup di pulizia del suolo.

Vero. All’inizio del conflitto bellico, c’era preoccupazione riguardo alla disponibilità di grano in Europa, per questo è stato agevolato l’accesso ai prodotti ucraini sul mercato europeo abolendo i dazi sulle importazioni. Inoltre, sono stati implementati meccanismi per mantenere costanti i flussi di approvvigionamento con l’apertura delle rotte terrestri per consentire il transito del grano dopo la fine dell’accordo con la Russia per il libero passaggio attraverso il Mar Nero. Inizialmente, i prezzi hanno registrato un significativo aumento – soprattutto nei paesi di transito della rotta terrestre come Polonia e Repubblica Ceca –, ma ora si è raggiunta una certa stabilità. L’Ue ha previsto pacchetti di aiuti di emergenza e ha introdotto flessibilità nelle norme sugli aiuti di stato, consentendo così alle aziende più in difficoltà di ottenere maggiori finanziamenti pubblici. Finito l’allarme prezzo dei cereali, oggi si discute se rinnovare gli accordi che favoriscono le importazioni dall’Ucraina per prodotti come uova, zucchero e al pollame. Per affrontare questo problema, la Commissione ha proposto l’introduzione, entro il prossimo giugno, di meccanismi di salvaguardia volti a prevenire un’eccessiva crescita delle importazioni di tali prodotti. Questo nuovo meccanismo mira a controllare le importazioni e la proposta è attualmente all’esame del Parlamento.

Vero, ma ci vorrà del tempo. Dal 24 gennaio la farina di grillo può essere venduta liberamente in tutta l’Unione europea, Italia compresa. La commercializzazione di insetti a scopo alimentare è stata resa possibile grazie all’aggiornamento del Regolamento comunitario sugli alimenti avvenuto nel 2018, per rendere più semplice e rapida la regolamentazione e l’autorizzazione, senza abbassare gli elevati standard di sicurezza alimentare dell’Unione. Starà poi ai consumatori decidere se provare o meno i nuovi alimenti, ma nel frattempo, grazie al paragrafo dedicato ai cosiddetti “novel food”, gli insetti considerati sicuri per il consumo umano possono essere riconosciuti sia come nuovi alimenti sia come prodotti tradizionali in arrivo da paesi terzi. Nonostante l’interesse di alcune aziende al business degli insetti, in Italia e in altri paesi dell’Unione Europea, a causa di resistenze culturali, questi prodotti non hanno ancora ottenuto un grande successo sul mercato, e almeno per ora non hanno intaccato l’equilibrio del mercato.

Vero. Ma anche su questo l’Ue prova a fare qualcosa. Come parte dell’iniziativa “Fit to 55” vengono promosse filiere più dirette tra produttori e consumatori, riducendo le parti intermedie della catena di approvvigionamento. Un esempio di questo approccio è l’agricoltura urbana, che si pone più vicina al consumatore, favorendo così filiere più corte. Ciò implica anche la facilitazione della logistica e lo sviluppo di mercati e consorzi per agevolare il processo.

Fonte : Wired