L’Ue sospende (di nuovo) le regole di privacy online per combattere gli abusi sui minori

Si prende tempo, a Bruxelles, nell’ottica di una riforma complessiva delle regole Ue sulla privacy. Nel frattempo, per prevenire gli abusi sui minori che avvengono online sono state estese le deroghe alla normativa vigente che sarebbero scadute il prossimo agosto. La proroga, decisa oggi (giovedì 15 febbraio) dai negoziatori dell’Europarlamento e del Consiglio, varrà fino al 3 aprile 2026, mantenendo sostanzialmente inalterato il quadro normativo in materia di privacy elettronica (o e-privacy). Il testo concordato in sede di trilogo dovrà ora venire formalmente adottata da entrambe le istituzioni. 

Cristallizzare le deroghe attualmente in vigore (stabilite nel 2021) è fondamentale, secondo i co-legislatori, per fornire gli strumenti necessari alle autorità di contrasto alla diffusione in rete di materiali pedopornografici, un fenomeno tristemente in espansione nei Ventisette. Il web è diventato il luogo ideale per gli autori di abusi sui minori per comunicare tra loro, condividere materiali e contattare i bambini. I predatori scattano foto e girano video degli abusi commessi nella vita reale e li condividono attraverso canali online. Li sfruttano anche per ricattare i minori o direttamente per adescarli e costringerli ad atti sessuali contro la loro volontà o consapevolezza. Stando ai dati della Commissione europea, nel 2021 sono stati segnalati 85 milioni di immagini e video di questo tipo da società operative sul web.

Attraverso tali deroghe quindi i fornitori dei servizi, come i proprietari delle piattaforme social, sono autorizzati a utilizzare determinate tecnologie per il trattamento dei dati personali (altrimenti proibite dalla normativa Ue in materia di e-privacy, tra le più avanzate a livello mondiale) al fine di individuare abusi sessuali e presenza di Csam, segnalarli e rimuoverli. Bisogna ricordare, comunque, che tale operazione può essere fatta su base volontaria dai fornitori, mentre non incorre su di loro alcun obbligo giuridico. 

L’estensione delle deroghe è stata concordata con la prospettiva di portare a termine una più organica e strutturale revisione del quadro legale a lungo termine per prevenire e combattere l’abuso sessuale dei minori online. Gli eurodeputati hanno già approvato la propria posizione sulla riforma, e la palla è ora nel campo degli Stati membri, che dovranno adottare un approccio generale con il quale avviare i negoziati con l’Eurocamera. 

Ma su questa riforma si sono già espressi in modo ampiamente critico diversi esperti del settore. Centinaia di scienziati e ingegneri hanno avvertito che la proposta della Commissione, per quanto rincorra un nobile obiettivo, rischia di compromettere seriamente la privacy degli utenti (di tutti gli utenti, in maniera indiscriminata) senza peraltro garantire di essere efficace a livello dei risultati. 

Il motivo? Un presupposto tecnico fallace, per così dire: le tecnologie che dovrebbero essere usate per ottenere il risultato cui ambisce Bruxelles non sarebbero ancora sufficientemente affidabili per effettuare in maniera sicura una “scansione profonda” di questa portata. L’esito potrebbe essere uno spionaggio collettivo dei nostri dispositivi, senza che questo riduca effettivamente i comportamenti criminosi online. Senza contare che, a quel punto, la tentazione di utilizzare queste tecniche di sorveglianza per altri scopi diventerebbe molto forte: e, avvertono gli esperti, dalle operazioni antiterrorismo al silenziamento delle voci dissidenti il passo potrebbe essere pericolosamente corto.

Fonte : Today