La Corte di appello di Roma ha approvato la dicitura genitore 1 e genitore 2 sulle carte di identità elettroniche delle persone minorenni. La decisione boccia un decreto firmato da Matteo Salvini nel 2019, quando era ministero dell’Interno, che imponeva l’uso delle parole padre e madre. Per la Corte, il decreto di Salvini e le obiezioni del ministero dell’Interno sono inammissibili perché in contrasto con la Costituzione.
Le ragioni della corte
La notizia è stata data dall’Associazione famiglie arcobaleno con un post su Facebook, in cui spiegano come la corte abbia stabilito che “se sui registri è indicato che una persona è figlia o figlio di due madri, una delle quali lo ha adottato, allora i modelli ministeriali devono rispettare quella indicazione e sulla carta d’identità devono essere indicate due madri, o eventualmente due padri”, utilizzando la dicitura “genitori”.
Decisione supportata dagli articoli 3 e 30 della Costituzione italiana, contro i quali si è invece scontrato il decreto di Salvini, che stabiliscono come “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali” e che “è dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori dal matrimonio”.
Pertanto, l’esistenza di istituzioni come l’adozione, che può dar luogo alla presenza di due genitori dello stesso sesso, dimostra che le diciture imposte dal decreto Salvini con la sola distinzione “padre e madre” non possono essere rappresentative di tutte le legittime conformazioni dei nuclei familiari e in contrasto con i principi costituzionali già citati.
Le conseguenze
“Salvini aveva modificato le diciture delle carte di identità solo per attaccare le famiglie omogenitoriali, ma ha messo in difficoltà anche tutti quei minori che presentano situazioni differenti. Io stessa sono riportata come padre sul documento di mio figlio, con tutto ciò che comporta per esempio nel caso di un viaggio all’estero”, ha detto Alessia Crocini, presidente di Famiglie arcobaleno.
Il decreto Salvini che vietava genitore 1 e genitore 2 era già stato bocciato nel 2022 dal Tribunale amministrativo regionale del Lazio, a seguito di un esposto di una coppia di madri, che lo aveva dichiarato illegittimo in quando “integra gli estremi materiali del reato di falso ideologico commesso dal pubblico ufficiale in atto pubblico”. Oggi, la Corte di Appello ha chiuso definitivamente la questione, con buona pace di Salvini che su Instagram ha voluto commentare la decisione dei giudici definendola “sbagliata”.
Fonte : Wired