Mercoledì 14 febbraio, a Montecitorio, il Comitato di vigilanza sull’attività di documentazione della Camera dei deputati ha presentato il suo primo rapporto sull’adozione di strumenti di intelligenza artificiale a supporto delle attività parlamentari. Come anticipato martedì 13 febbraio in conferenza stampa dalla presidente del Comitato Anna Ascani (Partito democratico) insieme a Rosaria Tassinari (Forza Italia) e Ilaria Cavo (Noi Moderati), il documento rende conto dei risultati raggiunti nel corso dell’ultimo anno dal gruppo di lavoro. Un anno caratterizzato da audizioni con autorevoli rappresentanti di aziende ed enti di ricerca impegnati nello sviluppo di sistemi di intelligenza artificiale e da una serie di visite svolte dalle tre deputate presso le sedi di Microsoft, Meta, Amazon, Google e OpenAI.
Il report
Nel report, il Comitato mette nero su bianco i principi base che gli strumenti di AI da utilizzare in Parlamento dovranno soddisfare per essere impiegati. Su tutti, la trasparenza, intesa come capacità di spiegare all’opinione pubblica il funzionamento delle tecnologie in questione; la sicurezza, ovvero il mantenimento dell’integrità e della disponibilità dei dati della Camera; la disponibilità al confronto con il mondo della ricerca “nelle scelte relative all’utilizzo di sistemi di AI”.
Tutti principi, questi, che – come spiegato nell’ambito della presentazione da Ascani, dai docenti Rita Cucchiara (Università di Modena e Reggio Emilia) e Gianluca Misuraca (Politecnici di Madrid e Milano) e da padre Paolo Benanti (presidente della commissione AI per l’informazione) – rimandano alla necessità dello sviluppo di un’intelligenza artificiale che possa supportare, e non travolgere o sostituire, l’attività umana.
L’AI nei parlamenti europei ed extraeuropei
Il documento presentato a Montecitorio, inoltre, passa in rassegna gli strumenti di AI utilizzati da altri parlamenti nel mondo, da cui le istituzioni italiane potrebbero prendere ispirazione per sviluppare le proprie tecnologie.
L’analisi fa riferimento alla Camera dei rappresentanti statunitense, che si serve di dispositivi che automatizzano l’analisi delle differenze tra vari progetti di legge, emendamenti o leggi in vigore; o al sistema adottato dal Parlamento europeo “capace di riassumere testi” per agevolare la “comprensione di documenti complessi”. O, ancora, alla piattaforma brasiliana Ulysses, che analizza la grande mole di commenti e critiche mosse dai cittadini a specifici disegni di legge pubblicati sul sito della Camera.
Fonte : Wired