Fuorisede, voto a distanza alle elezioni: cosa dice la proposta di Fratelli d’Italia

A quattro mesi dalle elezioni europee dell’8 e 9 giugno, Fratelli d’Italia (Fdi) ha presentato un emendamento al cosiddetto decreto Elezioni, per concedere il voto a distanza agli studenti fuorisede. La proposta è stata depositata in commissione Affari costituzionali del Senato, dove da quasi un anno è fermo un progetto di legge sullo stesso tema, ma presentato dal Partito democratico (Pd).

Chi viene escluso

L’emendamento del partito di governo, al contrario della proposta del Pd, non riguarda in generale le modalità di voto per i fuorisede, ma è limitato alle prossime elezioni europee e alle studentesse e agli studenti domiciliati in un comune diverso da quello di residenza, circa 600 mila persone. Si tratta infatti di una “disciplina sperimentale”, che esclude chi si trova in altri Comuni per motivi di lavoro o salute e anche chi deve votare alle comunali, previste sempre per l’8 e il 9 giugno in 3.702 comuni italiani su 7.896.

Con questa precisazione, la proposta di Fratelli d’Italia viene ulteriormente limitata nella sua applicazione, obbligando studenti e studentesse che vogliano partecipare anche alle comunali a dover comunque rientrare a casa per esercitare il proprio diritto di voto. Inoltre, l’emendamento complica ulteriormente le cose prevedendo due procedure diverse a seconda della circoscrizione elettorale in cui si è domiciliati, cioè le parti di territorio in cui si sfidano i candidati: Nord Est, Nord Ovest, Centro, Sud e Isole.

Come funziona il voto fuorisede per chi è domiciliato nella propria circoscrizione elettorale

Chi è domiciliato nella stessa circoscrizione – per esempio un residente a Rovigo, in Veneto, che studia a Bologna, in Emilia Romagna, entrambe parte della circoscrizione Nord Est – può votare tranquillamente in un seggio apposito del comune di domicilio, perché partiti e candidati sulla scheda elettorale sono gli stessi. Basterà quindi presentare la richiesta per il voto fuorisede al proprio comune di residenza almeno 35 giorni prima delle elezioni. L’amministrazione avrà 15 giorni di tempo per approvarla e trasmetterla al comune di domicilio, che dovrà fornire l’autorizzazione da presentare al seggio al richiedente, almeno entro 5 giorni prima del voto.

Come funziona il voto fuorisede per chi è domiciliato fuori dalla propria circoscrizione elettorale

Per chi invece si trova in una circoscrizione elettorale diversa – per esempio un’altra persona di Rovigo, Nord Est, che però studia a Urbino, nelle Marche, situata nella circoscrizione Centro – la procedura si complica. In questo caso, lo studente o la studentessa non potranno votare a Urbino, ma dovranno recarsi nel capoluogo della regione dove si ha il domicilio, Ancona, dove sarà allestita una “speciale sezione elettorale” ogni 800 elettrici ed elettori fuorisede ammessi al voto. In ogni caso però, lo studente o la studentessa di Rovigo dovranno comunque tornare a casa per votare alle comunali, che si terranno nella città nelle stesse date delle europee.

I problemi dell’emendamento di Fratelli d’Italia

Nonostante si tratti di un passo avanti per dare anche alle italiane e agli italiani lo stesso diritto al voto di cui godono praticamente tutti i nostri concittadini dell’Unione europea – tranne a Malta e Cipro – la misura sembra scritta e strutturata per creare problemi invece che risolverli. Non includere il voto fuorisede anche per le comunali porterà studenti e studentesse a decidere di tornare a casa, rendendo quindi inutile la sperimentazione, oppure a non votare per scegliere il governo della propria città, limitando quindi il loro esercizio al diritto di voto.

Inoltre, l’emendamento obbliga chi si trova in una circoscrizione diversa dalla propria a spendere tempo e denaro per votare, costringendo la studentessa o lo studente a recarsi nel capoluogo della regione di domicilio, che potrebbe non essere vicinissimo o ben collegato. Anche in questo caso la proposta di Fratelli d’Italia mette nuove barriere al diritto di voto, invece che abbatterle, dato che molte università si trovano lontane dai capoluoghi, come nel caso di Teramo, Urbino, Rimini, Varese, Vercelli, Pisa e altre. Infine, non vengono prese misure particolari per chi risiede nelle Isole, il cui rientro a casa è decisamente più complicato rispetto ad altre situazioni.

Fonte : Wired