Strage di Rigopiano, oggi la sentenza d’appello

Sepolti nell’hotel, 29 morti: ecco la valanga che ha cancellato Rigopiano 

Per la tragedia dell’hotel Rigopiano si conclude oggi, 14 febbraio, il processo d’Appello. La sentenza verrà pronunciata dalla Corte d’Appello dell’Aquila a porte chiuse, a circa un anno dalla decisione di primo grado che portò all’assoluzione di 25 imputati su 30 e a 5 condanne lievi. Per i familiari delle 29 vittime non è ancora stata fatta giustizia. Il disastro risale al 18 gennaio del 2017, quando una valanga travolse il resort alle pendici del versante pescarese del Gran Sasso, uccidendo 29 persone tra dipendenti e turisti.

“Dopo quello che è successo 7 anni fa, dopo tutto quello che abbiamo passato, 6 anni di udienze, di rinvii fino alla sentenza del 2023, dopo un altro anno per l’appello, non mi aspetto niente, sono esausto, non ho più paura di una nuova delusione, di sentirmi preso in giro. Domani sarò in aula, con il pensiero ai miei genitori e a chi ha perso la vita con loro, uno sguardo ai giudici e uno agli imputati. Inizi pure lo show. Io sono pronto”, ha dichiarato uno dei parenti delle vittime, che nella strage ha perso entrambi i genitori.

Per il disastro, la pubblica accusa aveva chiesto 26 condanne per un totale di 151 anni e mezzo di carcere, ma, in primo grado, il Gup del Tribunale di Pescara ha ridotto a poco più di 10 anni la pena totale, divisa tra il sindaco di Farindola Ilario Lacchetta (due anni e otto mesi), due dirigenti della Provincia di Pescara, Paolo D’Incecco e Mauro Di Blasio (tre anni e quattro mesi ciascuno), l’ex gestore dell’hotel Bruno Di Tommaso e il geometra Giuseppe Gatto (sei mesi a ognuno).

Per la strage non venne riconosciuto il disastro colposo e vennero quindi assolti l’ex prefetto di Pescara Francesco Provolo (per il quale la Procura aveva chiesto 12 anni) e l’ex presidente della Provincia di Pescara, Antonio Di Marco, oltre ai dirigenti regionali e ai tecnici. 

“A Rigopiano valanga imprevedibile”: pubblicate le motivazioni della sentenza della discordia (today.it)

Il collegio presieduto dal giudice Aldo Manfredi dovrà decidere domani se confermare o ribaltare quella sentenza contestata, ritenuta “inaccettabile”, “una nuova offesa” per le vittime.

“Mi aspetto che i giudici emettano una sentenza un po’più giusta della prima. Non pretendo che ci siano tutte le condanne chieste dalla Procura, ma che a quelle già comminate in primo grado si aggiungano delle altre, perché ci sono responsabilità evidenti.”, commenta la madre di Ilaria Di Biase, cuoca dell’hotel Rigopiano, morta sotto le macerie della struttura. “Hanno ammazzato 29 persone, tra cui mia figlia di 22 anni, non possono farla franca tutti quanti”. 

Fonte : Today