Cos’è la pericardite, infiammazione del cuore che ha colpito Guido Crosetto

Nella notte il ministro della Difesa Guido Crosetto è stato ricoverato d’urgenza al pronto soccorso del San Carlo di Nancy, a Roma, per una sospetta pericardite, poi confemata. Le condizioni di salute del minsitro sesssantenne, riferisce l’ospedale, sono buone. Sebbene non presenti danni cardiaci, nelle prossime ore sarà sottoposto a ulteriori esami, per accertare le cause del malore. Crosetto dal San Carlo di Nancy ha ringraziato “per i numerosi messaggi di vicinanza e amicizia ricevuti da parte del mondo istituzionale e politico, di maggioranza e di opposizione, nonché per l’affetto testimoniato da tanti cittadini comuni”. 

Cos’è la pericardite

La pericardite è una infiammazione del pericardio, membrana a forma di sacco, costituita da due strati sottili contenenti il liquido pericardico, che riveste e protegge il cuore da infezioni, virali o batteriche, che potrebbero compromettere la sua attività. Quando c’è un’infiammazione di questa membrana, la qualità del liquido pericardico si riempie di cellule infiammatorie, pregiudicando la sua funzione lubrificante e protettiva. Talvolta, inoltre, può capitare che il liquido aumenti di volume, esercitando in questo modo una pressione dolorosa sul cuore (versamento pericardico). Esistono diverse tipologie di pericardite,che si distinguono in base al decorso della malattia: la pericardite acuta, che generalmente dura qualche settimana (>3 mesi) ma può evolvere in pericardite cronica (quando dura più di 3 mesi), e la pericardite ricorrente quando il paziente è affetto da più pericarditi acute consecutive.

Articolo: Allevi e il mieloma multiplo: cos’è e come si cura il tumore che lo ha colpito 

I sintomi

Nella gran parte dei casi la pericardite si manifesta con un dolore al petto acuto e lancinante, simile a quello di un infarto, localizzato al centro del torace o verso sinistra, che diventa più intenso in posizione supina e più blando in posizione seduta. Di solito la sua intensità aumenta quando si respira profondamente o si tossisce. In base alle cause che hanno provocato la pericardite, possono manifestarsi anche febbre (non alta), fiato corto quando ci si sdraia, palpitazioni, sensazione di stanchezza generale o malessere, tosse, gonfiore addominale o degli arti inferiori.

Le cause 

Di solito, all’origine della pericardite c’è un’infezione virale (il più delle volte causata dagli enterovirus), ma può essere causata anche da infezioni batteriche, fungine e parassitarie. Tra le cause non infettive vi sono invece malattie autoimmuni, tumori, insufficienza renale avanzata, farmaci (tra cui antibiotici e antineoplastici), trattamenti radianti, traumi o lesioni. Non sempre però è possibile rilevare una causa specifica, in tale caso la pericardite viene definita “idiopatica” (cioè senza una causa nota).

La diagnosi

Per valutare la presenza o meno di un’infiammazione del pericardio, il cardiologo si basa sull’osservazione di segni clinici (in particolare il dolore toracico acuto) e su una serie di accertamenti strumentali come l’elettrocardiogramma (ECG), una radiografia del torace, un ecocardiogramma transtoracico (che permette di individuale la presenza di versamento pericardico), una TAC o una risonanza magnetica, e esami del sangue.

Le possibili complicanze

La pericardite è una patologia tendenzialmente benigna, tuttavia in alcuni casi possono verificarsi delle complicanze, come il versamento pericardico, il tamponamento cardiaco e la pericardite costrittiva. Per versamento pericardico si intende un accumulo di liquido nello spazio pericardico. Il tamponamento cardiaco è, invece, una forma di versamento pericardico caratterizzata da un forte accumulo di liquido nello spazio pericardico, che esercita una compressione del cuore e ne ostacola la sua normale azione di pompaggio, causando una bassa gittata cardiaca e a volte lo shock e il decesso. La pericardite costrittiva, infine, si verifica in seguito a una prolungata infiammazione che può irrigidire la membrana che compone il pericardio e farle perdere elasticità. In questa condizione il cuore fatica a svolgere la sua azione di pompaggio perché non riesce più a riempirsi di sangue e a contrarsi come dovrebbe, provocando un’insufficienza cardiaca.

I trattamenti

La scelta della cura dipende dalle cause e dalla gravità della pericardite. Solitamente l’infiammazione viene trattata con la somministrazione di farmaci analgesici e antinfiammatori (FANS, colchicina, steroidi). Le pericarditi di origine batterica, fungina o parassitaria richiedono il trattamento come farmaci mirati. Nei casi molto gravi, come un attacco di cuore, un trauma cardiaco o tumori, si ricorre ineve alla pericardiectomia, un intervento cardiochirurgico che prevede la rimozione del pericardio. In caso di ricadute o non risposta alla terapia iniziale si può infine ricorrere al cortisone, che però può favorire le recidive ed è una terapia più complessa e difficile da gestire.

Fonte : Today