Dopo Stati Uniti e Regno Unito, anche l’Unione europea ha approvato la prima terapia di editing genetico basata sul sistema di taglia e cuci Crispr-Cas9 progettata per due malattie genetiche rare del sangue. Il trattamento, chiamato Casgevy™ (exagamglogene autotemcel, o exa-cel), interessa più di 8mila pazienti di età pari o superiore a 12 anni con beta-talassemia dipendente dalle trasfusioni (tdt) oppure da anemia falciforme severa (scd) caratterizzata da crisi vaso-occlusive (voc) ricorrenti. Con l’autorizzazione all’immissione al commercio possono iniziare i lavori per l’individuazione dei centri medici in grado di erogare la terapia e le trattative con le autorità regolatorie dei Paesi membri per il rimborso.
Anemia falciforme e beta-talassemia
La beta talassemia e l’anemia falciforme sono malattie rare del sangue causate da mutazioni che alterano la produzione di emoglobina, la proteina contenuta nei globuli rossi che permette il trasporto dei gas respiratori (ossigeno e anidride carbonica). Le persone che ne sono affette, specie se in forma grave, hanno durata e qualità della vita significativamente più basse rispetto alla popolazione sana: la maggioranza è costretta a continui trattamenti sanitari (trasfusioni, terapia ferro-chelante) per cercare di alleviare i sintomi che vanno dall’anemia al dolore grave e debilitante, ai danni agli organi.
Come funziona la terapia di editing genetico
La terapia risolutiva è un trapianto di cellule staminali ematopoietiche (cioè i precursori delle cellule del sangue) da un donatore sano compatibile, ma solo una minima parte dei pazienti ha questa possibilità. Come afferma Franco Locatelli, direttore del dipartimento di Ematologia e oncologia pediatrica dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù e sperimentatore della prima e unica terapia genica per le forme gravi di beta-talassemia e anemia falciforme approvata in Unione Europea, exa-cel “il potenziale per trasformare la vita dei pazienti”.
Le cellule staminali e progenitrici dei globuli rossi vengono prelevate dal paziente stesso e modificate in laboratorio grazie alla tecnica taglia e cuci Crispr-Cas9 per poi essere reinfuse. L’editing del dna in exa-cel non corregge le mutazioni che causano anemia falciforme e beta-talassemia, ma introduce una modifica che aumenta l’espressione di un altro gene, quello dell’emoglobina fetale. L’emoglobina fetale, una forma di emoglobina che di norma viene sostituita dopo la nascita, ha una capacità di legare l’ossigeno più elevata rispetto alla forma dell’adulto e per questo amplificare la sua produzione nei pazienti dovrebbe essere sufficiente a ripristinare il corretto funzionamento dei globuli rossi, aiutando a ridurre o a eliminare le crisi vaso-occlusive nei pazienti con anemia falciforme e la dipendenza dalle trasfusioni in quelli con la beta-talassemia dipendente da trasfusioni.
I prossimi passi
Quella di exa-cel è una autorizzazione all’immissione in commercio condizionata, che viene cioè concessa per un anno in presenza di dati clinici incompleti in merito alla sicurezza e all’efficacia. Questo perché il farmaco o la terapia in questione rispondono a un’esigenza medica insoddisfatta e si ritiene che i benefici superino i rischi. I dati di efficacia e sicurezza, comunque, devono essere successivamente raccolti e sottoposti agli organi preposti dell’Unione perché l’autorizzazione venga rinnovata.
Come specificano le aziende Vertex Pharmaceuticals e Crispr Therapeutics, che hanno sviluppato la nuova strategia terapeutica, ora si sta già procedendo con la selezione dei centri europei con le caratteristiche idonee alla somministrazione della terapia (in totale dovrebbero esserne attivati 25) e con le trattative con le agenzie regolatorie nazionali per garantire un accesso rapido ai pazienti eleggibili.
Fonte : Wired