Smith, Leon e Lightfoot, Valastro: un trittico di danza alla Scala con una prima mondiale

Tre lavori mai visti alla Scala, tra cui una prima mondiale. Una novità assoluta e l’occasione per scoprire coreografi internazionali raramente presenti in Italia scelti dal direttore del Corpo di Ballo Manuel Legris. Dopo l’apertura della stagione con la Coppelia di Alexei Ratmansky (VIDEO), alla Scala è in scena fino al 18 febbraio un trittico contemporaneo tutto da scoprire. In apertura Reveal del coreografo americano Garrett Smith su musiche di Philip Glass creato per lo Houston Ballet nel 2015 e mai presentato fuori dagli Stati Uniti.

Una riflessione legata al tema dell’identità umana che si concentra sulla dualità nelle sue molteplici forme: maschile/femminile, classico/contemporaneo/ luce/ombra.
In scena Martina Arduino, Alice Mariani, Virna Toppi, Agnese Di Clemente, Marco Agostino, Claudio Coviello, Gabriele Corrado, Domenico Di Cristo, Mattia Semperboni, Andrea Crescenzi, Andrea Risso, Rinaldo Venuti e in altre recite Camilla Cerulli, Agnese Di Clemente, Linda Giubelli, Maria Celeste Losa, Nicola Del Freo, Christian Fagetti, Emanuele Cazzato, Andrea Crescenzi, Matteo Gavazzi, Eugenio Lepera, Andrea Risso, Gioacchino Starace.

Ironia e sperimentazione

Ironia e sperimentazione irrompono poi sul palco con Ske-Whiff (fuori equilibrio) creato dal duo artistico Sol León e Paul Lightfoot sull’Ouverture da La Gazza Ladra di Rossini. Un pezzo molto teatrale per tre uomini e una donna creato per il Nederlands Dans Theater nel 1996 e presentato per la prima volta alla Scala.

Nel ruolo femminile si alterneranno Maria Celeste Losa, Alice Mariani, Madoka Sasaki. Accanto a loro Navrin Turnbull, Darius Gramada, Rinaldo Venuti si alterneranno a Edward Cooper, Gabriele Fornaciari e Saïd Ramos Ponce.

IN PRIMA MONDIALE

Memento, nuova creazione di Simone Valastro ideata proprio per il corpo di ballo della Scala, nasce invece da una frase della Genesi “Ricordati che polvere sei e polvere ritornerai” su musiche di Max Richter e David Lang.

Una frase, che per Valastro racchiude il senso della ciclicità dell’essere umano. Un lavoro astratto che esplora spazi nuovi, portando i danzatori anche nella buca dell’orchestra da cui risalgono arrampicandosi su delle rampe.
In scena una coppia principale formata da Benedetta Montefiore e Nicola Del Freo, diversi duetti affidati a Linda Giubelli con Marco Agostino, Antonella Albano con Claudio Coviello, Gioacchino Starace con Frank Aduca (in alternanza con Mattia Semperboni e Domenico Di Cristo), un assolo di Saïd Ramos Ponce e importanti momenti di ensemble.

Nel complesso uno spettacolo innovativo che sottolinea ancora una volta la grande capacità del corpo di ballo scaligero di spaziare ben oltre i confini del classico. 

Fonte : Sky Tg24