Nei primi 130 giorni della guerra tra Israele e Hamas, il mondo è stato testimone di una crisi umanitaria quasi senza precedenti nella Striscia di Gaza. Ora una nuova ricerca sottolinea che nonostante abbiano un fondamentale nel salvare vite umane e siano protetti dal diritto internazionale, gli ospedali e le altre strutture sanitarie non sono stati risparmiati dalla distruzione in atto nel territorio palestinese.
Uno studio pubblicato lunedì 12 febbraio sulla rivista scientifica British medical journal global health da alcuni ricercatori della Yale school of public health ha rilevato che dal 7 ottobre – il giorno in cui Hamas ha lanciato il suo attacco a sorpresa contro Israele causando la morte di circa 1200 israeliani – al 7 novembre 2023, gli ospedali e le strutture sanitarie di Gaza sono stati danneggiati allo stesso ritmo degli altri edifici. Gli autori della ricerca suggeriscono che le Forze di difesa israeliane (Idf) non abbiano adottato misure adeguate per assicurarsi di non colpirli, nonostante il loro status di strutture protette.
“Questo modello di guerra, almeno nel primo mese [del conflitto], sembra non essere in linea con il diritto umanitario internazionale“, afferma Danielle Poole, ricercatrice associata presso la Yale school of public health e autrice principale dello studio.
L’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa) stima che all’inizio del 2024, l’85% della popolazione di Gaza – circa 1,9 milioni di persone – era stata sfollata a causa della guerra, mentre il ministero della Sanità di Gaza riferisce che i palestinesi uccisi tra il 7 ottobre 2023 e il 10 febbraio 2024 sono almeno 28.064. L’ong specializzata sui diritti umani Human rights watch ha definito gli attacchi di Israele alle strutture sanitarie di Gaza “apparentemente illegali“.
Il nuovo studio
Utilizzando le immagini satellitari ad alta risoluzione dell’Onu, i dati della piattaforma di mappatura open source OpenStreetMap e le posizioni conosciute delle strutture mediche elencate dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e dall’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari (Ocha), i ricercatori sono stati in grado di identificare i danni a oltre 167mila edifici durante il primo mese del conflitto. Poole e il suo team hanno scoperto che 15.768 strutture non mediche e nove strutture sanitarie, , circa il 9% del totale in entrambi i casi, hanno riportato danni. L’analisi ha anche rilevato che le strutture sanitarie avevano più probabilità di subire gravi danni o di essere completamente distrutte rispetto agli altri edifici.
Fonte : Wired