Nino Bixio è una delle figure più note del risorgimento italiano. Rivoluzionario, generale e infine uomo politico che ha legato il suo nome ad alcune delle pagine più famose della storia d’Italia: dalla prima guerra di indipendenza alla Repubblica romana, con l’amico fraterno Goffredo Mameli, fino alla spedizione dei Mille al fianco di Garibaldi.
Ritratto di Nino Bixio (1860 ca.)
Nato a Genova il 2 ottobre 1821, Nino Bixio è una delle figure più note del risorgimento italiano: rivoluzionario, generale e infine uomo politico. Nato come Gerolamo Bixio, ma sin dall’adolescenza conosciuto come Nino, ha legato il suo nome ad alcune delle pagine più famose della storia d’Italia, dalla prima guerra di indipendenza alla Repubblica romana, con l’amico fraterno Goffredo Mameli, fino alla spedizione dei Mille al fianco di Garibaldi di cui diventò braccio destro. Dopo l’unione dell’Italia la sua sete di avventura lo portò in Asia dove, durante una traversata in mare, si ammalò di colera e morì il 16 dicembre 1873 nei pressi dell’isola di Sumatra, in Indonesia.
I primi anni di vita e il difficile rapporto con la famiglia
Nato da una famiglia agiata come ultimo di otto figli di Colomba Caffarelli e di Tommaso Bixio, Nino Bixio a nove anni però rimase orfano della madre e questo cambiò la sua vita. Il suo rapporto molto difficile con la nuova moglie del padre e il carattere ribelle lo portò a un’infanzia disordinata fino a quando il padre lo imbarcò come mozzo su un mercantile all’età di 13 anni. Pochi anni dopo fu costretto dagli stessi genitori ad arruolarsi a forza come “volontario” nella marina militare sarda. Qui rimase per anni, solcando i mari in giro per il mondo. Soltanto nel 1844, grazie al riscatto pagato dal fratello Alessandro, lasciò la marina sabauda.
La vita in mare
La sua esperienza in marina militare, con viaggi in tutto il mondo e su varie navi, segnò però anche il suo futuro. Una volta abbandonato la divisa, infatti, continuò navigare in mare su svariati mercantili, trovando posto come capitano in seconda in diverse spedizioni. Già nel 1845 infatti avveniva il nuovo imbarco su una nave mercantile. In mare fu protagonista di numerose e pericolose avventure, dall’America all’Asia e tra naufragi e rivolte, che contribuiranno a dar colore alla leggenda che lo accompagnerà per tutta la vita.
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L’incontro con Mazzini e l’impresa dei Mille con Garibaldi
Approdato a Parigi, per trascorrere alcuni mesi di convalescenza dal fratello Alessandro, che si era fatto una posizione, Nino Bixio si avvicinò per la prima volta al mondo politico e rivoluzionario conoscendo Mazzini e altri esuli italiani in Francia. Avvicinatosi all’idea dell’unione e indipendenza dell’Italia, tornò nel Regno sabaudo nel 1847 dove ebbe inizio la sua storia da patriota italiano. In questo periodo l’amicizia con altri patrioti come Goffredo Mameli di cui divenne amico fraterno. Dopo aver partecipato al fervore di quegli anni, alle prime avvisaglie di guerra si arruolò volontario e partecipò alla prima guerra di indipendenza. Tra le sue imprese la difesa strenua della neonata Repubblica Romana dove fu ferito al pari dell’amico Mameli ma si salvò e ottenne la promozione sul campo al grado di maggiore da parte di Garibaldi.
Al fianco del generale anche durante la seconda guerra di indipendenza, Nino bixio divenne il braccio destro di Garibaldi e fu tra gli organizzatori della Spedizione dei Mille a cui partecipò direttamente. Al comando delle truppe garibaldine affidategli da Garibaldi, ha condotto diverse battaglie contro le truppe borboniche fino alla caduta del Regno delle due Sicilie e l’unione italiana.
L’impegno in politica
Eletto deputato nel 1861 nel collegio di Genova, proclamandosi indipendente da qualunque schieramento, fu più volte rieletto prima di tornare in battaglia nel corso della Terza guerra d’indipendenza nel 1866, questa volta come generale comandante dell’esercito del Regno d’Italia. Fatto senatore il 6 febbraio del 1870, nello stesso anno partecipò alla Presa di Roma.
La morte di Bixio e la profanazione della tomba
La vita in mare e il suo passato da navigatore non avevano mai abbandonato Nino Bixio che aveva tentato anche alcune spedizioni commerciali in varie parti del modo. Attività che riprese assiduamente dopo il 1870, soprattutto per il collegamento commerciale dell’Italia con l’Estremo Oriente. Proprio durante una di queste spedizioni, avviata nel 1873 da Messina per Batavia e per Singapore, si ammalò di colera e morì nei pressi dell’isola di Sumatra. Seppellito temporaneamente sul posto, la sua tomba venne profanata da locali. Tre anni dopo fu possibile rintracciare i resti di Bixio che vennero infine cremati e portati a Genova dove si trovano ora al Cimitero di Staglieno.
Fonte : Fanpage