“Israele fermi le operazioni militari a Rafah”. Stesso appello da Usa e Cina. Il presidente americano Joe Biden ha ribadito al primo ministro israeliano Benjamyn Netanyahu la richiesta di interrompere l’offensiva a Rafah in assenza di un “piano credibile” per proteggere più di un milione di persone che vi si rifugiano. “Molte persone sono state sfollate più volte in fuga dalle violenze nel nord e ora sono stipate a Rafah, esposte e vulnerabili. Hanno bisogno di essere protetti”, ha aggiunto.
Stessa richiesta avanzata dalla Cina. In una nota, il portavoce del ministero degli Esteri ribadisce che il Paese “si oppone e condanna le azioni che danneggiano i civili e violano il diritto internazionale”. Israele deve “fermare le operazioni militari il prima possibile e fare ogni sforzo per evitare vittime civili innocenti per prevenire un più grave disastro umanitario nell’area di Rafah”.
Le operazioni militari però sono lontane dallo stop. Il portavoce militare ha annunciato che “sono stati uccisi oltre 30 terroristi” ed è stato “rafforzato il controllo dell’area con raid sulle infrastrutture terroriste, i cecchini e pattuglie” di Hamas.
Intanto si continua a lavorare a un accordo di tregua tra Israele e Hamas, che includa un nuovo rilascio di ostaggi: il capo del Mossad David Barnea, il direttore dello Shin Bet Ronan Bar e il tenente generale dell’IDF, Nitzan Alon sono attesi oggi al Cairo per un incontro con il direttore della CIA William J. Burns, il direttore dell’intelligence egiziana Abbas Kamel e il primo ministro del Qatar Mohammed bin Abdul Rahman Al-Thani, fanno sapere fonti israeliane.
Al momento Netanyahu rimane fermo sulla sua posizione: “Mantenere la pressione militare fino alla vittoria totale” contro Hamas.
Fonte : Today