Si chiama Bluesky, è un nuovo social network, è nato nel 2019 dentro a Twitter, è diventato indipendente nel 2021 ma solo fra fine 2023 e inizio 2024 è uscito dalla fase beta ed è stato accessibile a tutti.
Intorno a Bluesky c’è parecchio interesse (tanto che nel primo giorno di apertura al pubblico ha raccolto circa 1 milione di utenti) sia per la sua natura di piattaforma decentralizzata sia perché fra chi lo sostiene c’è anche Jack Dorsey, co-fondatore di Twitter e al momento membro del consiglio di amministrazione. Di Bluesky, non di Twitter. Che comunque è un po’ la stessa cosa, come vedremo.
Come iscriversi a Bluesky
Bluesky è accessibile sia attraverso il sito bsky.app sia come app per iOS e Android, che è quella che abbiamo usato per la prima registrazione: non si può sfruttare la funzione Login Con (cioè non si possono utilizzare le credenziali di accesso di altre piattaforme), ma basta scegliere una mail, uno username e una password e si è dentro.
In questa fase di scarso affollamento, un indubbio vantaggio è che “chi prima arriva meglio alloggia”, e dunque si è relativamente liberi di scegliere il nome utente che si preferisce e che si ha in mente, una cosa che ormai è impossibile fare sulle piattaforme più affollate, come Instagram, TikTok, Gmail e pure Twitter.
Dopo la registrazione e la verifica della mail (che si può completare anche in un secondo momento) ci si trova di fronte a una serie di schermate in cui fornire una panoramica dei propri interessi, che dovrebbero servire a Bluesky per suggerire alcuni account da seguire e anche per popolare il feed. La sezione Per Te, per usare un’espressione ormai popolare.
Sembra Twitter ma non è Twitter
Scelti alcuni argomenti, abbiamo notato immediatamente due cose: innanzi tutto, che Bluesky non è solo un’alternativa a Twitter, è proprio Twitter. Nel senso che è oggettivamente identico al social network che Musk ha deciso di chiamare X: lo ricorda graficamente nella scelta dei (pochi) colori, nella disposizione dei post e delle icone, nell’organizzazione dei menù. E lo ricalca alla perfezione nelle pagine utente: in alto un’immagine a sviluppo orizzontale, la foto rotonda del profilo, una breve descrizione, i numeri di seguiti, seguaci e post, pure la divisione in colonne fra Post, Risposte e Contenuti. Tutto uguale alla virgola, talmente tanto da essere un po’ disturbante.
L’altro aspetto che ci ha colpito è la desolazione: su Bluesky c’è molto poco, poche persone, poche aziende, pochi giornali. Poco di tutto o addirittura nessuno, se si parla in e dell’italiano: le nostre pagine degli argomenti erano totalmente vuote e bianche sino a quando (come suggerito dalla stessa app) abbiamo cambiato l’impostazione della lingua e aggiunto pure l’inglese. A quel punto ci si sente un po’ meno soli, ma appena appena. Anche perché, e qui sta forse l’altro e più importante problema di Bluesky, non si capisce bene perché qualcuno debba venire a farci compagnia.
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Due vantaggi che diventano due svantaggi
Come già detto, le due forze attrattive di Bluesky sono il fatto di essere un’alternativa a Twitter e il fatto di essere decentralizzato. Solo che entrambe ci sembrano onestamente poco interessanti per l’utente comune.
Sul primo punto, la creatura di Dorsey è in ritardo di oltre un anno: nell’autunno del 2022 già c’era Mastodon (qui la nostra guida all’uso) e a metà 2023 è arrivato pure Threads, che dallo scorso dicembre è accessibile anche dall’Italia. Entrambi costituiscono alternative più che valide a Twitter, anche perché entrambi possono vantare l’altra (presunta) peculiarità di Bluesky, cioè la decentralizzazione.
Proprio a fine 2023, abbiamo dedicato un’intera pagina (questa) per spiegare che cosa significhi il termine, qui basta ricordare che i social più noti, da Facebook a Instagram, a TikTok, sono tutti centralizzati e isolati l’uno dall’altro: per seguire una persona su Facebook e comunicare con lei dobbiamo per forza avere un account Facebook, che possiamo usare solo lì. Al netto delle condivisioni, quel che avviene su Facebook resta su Facebook. E lo stesso vale per tutti gli altri principali social network. Sulle piattaforme decentralizzate accade l’opposto: semplificando, gli utenti possono comunicare uno con l’altro, ed eventualmente anche seguirsi, a prescindere da dove hanno registrato il loro account.
Dal punto di vista teorico, è un vantaggio ed è decisamente interessante. Dal punto di vista pratico, almeno per il momento e limitatamente a Bluesky, ci è parso un po’ inutile proprio in ragione della scarsità dei contenuti presenti. Solo il tempo potrà dire se cresceranno, e se chi si è costruito un tesoretto di follower su Twitter, Threads o altrove vorrà rischiare e impegnarsi per ricominciare tutto daccapo. Non ne capiamo la ragione, però magari succede.
Fonte : Repubblica