Sanremo, non solo Travolta e le U-Power. Scoppia anche il caso Teresa Mannino

Teresa Mannino (foto Lapresse)

Sanremo, le scrape di John Travolta e il vestito di Teresa Mannino nel mirino

Il Festival di Sanremo 2024 si è concluso, il successo è andato ad Angelina Mango che ha battuto Geolier, con tanto di polemiche sul televoto. Ma c’è un caso di cui si continua a parlare da giorni, quello relativo a John Travolta e al suo Ballo del qua qua con le scarpe U-Power, il marchio per il quale l’artista è testimonial, scarpe che vengono ripetutamente inquadrate (logo incluso). Fra l’altro la performance di Travolta è un medley delle danze che l’artista ha interpretato nei sui film più famosi (da Staying Alive di Grease al celebre ballo con Uma Thurman in Pulp Fiction), e quindi le occasioni per inquadrare le scarpe dell’artista sono molteplici. Il Codacons ha annunciato un esposto Agcom per un nuovo caso di pretesa pubblicità occulta. Fra l’altro, il fatto è avvenuto il giorno dopo la pubblicazione della sentenza del Tar del Lazio che ha confermato la multa alla Rai per pubblicità occulta a Instagram fatta da Amadeus e Chiara Ferragni durante il Festival dello scorso anno. In ogni caso, quanto avvenuto nel caso Travolta ripropone una volta ancora il tema evergreen del labilissimo confine fra libertà di espressione artistica e comunicazione commerciale.

La prova della difficoltà di stabilire questo confine in modo certo – riporta Open – è data da quanto avvenuto a Sanremo il giorno dopo dell’esibizione di Travolta con Teresa Mannino. L’artista palermitana, co-conduttrice della terza serata, ha infatti incentrato una parte significativa della propria performance sul proprio vestito piumato, e sullo stilista (Roberto Cavalli) che lo aveva realizzato, decantandone le doti e citando – confrontandosi con loro – le numerose celebrities che indossano i suoi capi. In diretta il nome dello stilista non è stato fatto, ma si tratta di un dato che oggi è facilmente rinvenibile con una ricerca su Google. In questo caso, la differenza con il caso Travolta-U-Power è probabilmente l’assenza di un rapporto di committenza fra il brand e l’artista, e il fatto che si possa ragionevolmente sostenere che la performance della Mannino sia frutto di scelte genuinamente libere da interessi. Anche perché, in caso contrario, il rischio sarebbe di dare avvio a una caccia alle streghe dagli esiti incerti.

Fonte : Affari Italiani