Moglie e figli torturati e uccisi: gli orrori e i misteri della strage di Altavilla

 “Mi chiamo Giovanni Barreca. Ho ucciso tutta la mia famiglia, venite a prendermi”. La telefonata al centralino dell’Arma è della scorsa notte. Il tono dell’uomo resta freddo, pacato. “Vi aspetto a Casteldaccia”, dice agli inquirenti prima di chiudere. Mentre una pattuglia prende in consegna l’omicida, un muratore di 54 anni, un’altra va nella sua casa di Altavilla Milicia, paese costiero a 30 chilometri da Palermo. Raccapricciante la scena a cui assistono i carabinieri. Trovano i cadaveri dei due figli, Emanuel di 5 anni e Kevin di 16. La terzogenita, 17enne, è seduta sul letto in una stanza sotto choc. Avrebbe assistito ai delitti. Ma è la dinamica orribile della strage a fare riflettere gli inquirenti. 

Catene sui corpi dei figli e il giallo della coppia interrogata con l’omicida

Kevin ed Emanuel Barreca, i due fratellini ammazzati dal padre sono stati trovati nei loro letti. Sarebbero stati soffocati nella giornata di venerdì 9 febbraio. Il più grande con delle catene. La madre, invece, Antonella Salamone, sarebbe stata uccisa dal marito giorni prima – non è ancora stato chiaro quando – poi bruciata e sepolta. Il corpo è stato ritrovato nel pomeriggio di oggi, domenica 11 febbraio. 

L’unica a scampare alla morte è la figlia prediletta dell’uomo di 17 anni che ora si trova adesso in una comunità protetta come disposto dalla procura per i minorenni. Ma Barreca non è il solo che viene interrogato in queste ore. Nel giallo sono coinvolti due conviventi che avrebbero conosciuto Barreca in una chiesa evangelista a Palermo. I carabinieri sospettano che insieme avessero organizzato il delitto per purificare la casa dal demonio. La coppia palermitana è stata rintracciata dopo le indicazioni date ai carabinieri da Giovanni Barreca che ha confessato di avere assassinato la moglie e i due figli.

I due sarebbero stati rintracciati anche grazie all’esame del telefonino dell’omicida e ad alcune testimonianze. Una vicina di casa dei Barreca ha raccontato di avere visto nei giorni scorsi un uomo nell’abitazione teatro della strage. Secondo le ipotesi degli inquirenti potrebbero avere ispirato il folle disegno dell’operaio, ma è un ipotesi ovviamente tutta da verificare. Le indagini sono condotte dai magistrati della procura di Termini Imerese.

La vicina: “La moglie mi aveva confessato le violenze del marito” 

“Mia moglie e i miei figli erano posseduti da Satana, li ho liberati”. È una delle frasi che Giovanni Barreca, muratore di 54 anni, avrebbe ripetuto più volte ai carabinieri dopo essersi fatto arrestare per avere ucciso ad Altavilla Milicia la moglie, Antonella Salamone, e due figli di 5 e 16 anni per poi chiamare il 112. 

Sembra che Barreca infatti negli ultimi tempi parlasse spesso di “presenze demoniache”, anche durante la notte del triplice omicidio, e che accusasse la moglie e i figli di essere “posseduti da Satana”.

Ed emerge anche la testimonianza di una vicina di casa, intervistata anche da Palermo Today. “Per Giovanni Barreca i gatti erano il diavolo, me lo scrisse in un messaggio ricevuto col telefonino. Io amo i gatti, a casa mia ne ho settanta. Avevo paura per i miei animali”.

 La donna, di origini tedesche, che vive a Palermo, si è precipitata nella sua villetta ad Altavilla dopo avere appeso stamattina della tragedia. Ma è la stessa vicina ad aggiungere anche un particolare sulle presunte violenze dell’uomo nei confronti della moglie: “Antonella Salamone mi raccontava che il marito, Giovanni Barreca, la picchiava. Lei non stava bene qui, voleva tornare a Novara. Era una persona gentile. Pensavo magari che Antonella un giorno lasciasse il marito e non che facesse questa fine”. 

La coppia di coniugi trasferitasi in Sicilia cinque anni fa

I due, marito e moglie dal 2007, avevano vissuto per anni a Novara ed erano tornati in Sicilia cinque anni fa. La condizione economica della famiglia non era buona, tanto che il Comune, per aiutarli, aveva trovato alla vittima piccoli lavoretti. La donna era seguita dagli assistenti sociali che non hanno mai avuto, però, il sospetto di violenze in famiglia. E a non aver mai nutrito sospetti su un ipotetico infermo familiare è anche il pastore della chiesa evangelica che Salamone aveva seguito per un po’. “Si era allontanata dalla comunità – racconta – Ma l’avevo rivista recentemente e mi aveva raccontato che pregava e leggeva le sacre Scritture in casa con altre persone”.

Il sindaco del paese, Pino Virga, ha sospeso tutti gli eventi organizzati per il carnevale e indirà il lutto cittadino nel giorno delle esequie. “Non riusciamo a capire come sia stato possibile tutto questo. Lui era un uomo religioso e cercava di accontentare la moglie in tutto” hanno detto due parenti della vittima, arrivati in paese dopo la notizia. 

“Un soldato di Dio”: sui social il delirio mistico dell’assassino

Ma da tempo l’omicida sui social dava segno di squilibrio. Si definiva ‘soldato di Dio” e condivideva salmi, passi dei vangeli e video di pastori spirituali più o meno improvvisati. Nel suo profilo Facebook citava spesso un parrucchiere auto proclamatosi guaritore, santone ed esorcista che affermava di essere in grado di scacciare il demonio e di poter curare i propri fedeli senza il ricorso ai medici.

E sul delitto emerge l’ombra della setta, avvallata anche dalle parole del pastore evangelico del paese Gaspare Basile: “Quella famiglia non frequentava alcuna chiesa, tantomeno la nostra. Facevano incontri privati di preghiera e di letture delle scritture a casa loro, credo con altre persone. Non avevano, però, un pastore di riferimento. Almeno così mi raccontò sua moglie”.

Ma i dubbi al momento sono molti, con gli investigatori che provano a ricostruire il rebus in cui è maturato l’orrendo delitto. Rimane la costernazione e lo sbigottimento dei vicini e le domande, come quella di un commerciante del paese intervistato dall’Ansa:  “Leggo di persone che sapevano e che hanno visto violenze in quella casa. Perché non hanno mai denunciato? Perché queste cose vengono sempre fuori dopo e mai prima quando si può intervenire? – continua – Sono tutte storie e racconti già sentiti davanti a queste tragedie. La verità e che ormai siamo isole. Nessuno si rende conto che alcuni segnali vanno denunciati. Dirlo solo adesso non ci restituirà Antonella e nemmeno i piccoli Kevin ed Emanuel”. 

Fonte : Today