Israele all’assalto di Rafah: pronta l’operazione di terra (nonostante il “no” degli Usa)

Le forze israeliane si preparano a dare l’assalto a Rafah, città al confine con l’Egitto che il premier Netanyahu considera fondamentale dal punto di vista strategico per mettere sotto scacco Hamas. Da qualche giorno la città a sud della Striscia è sotto il fuoco dell’esercito israeliano. E ora Netanyahu si dice pronto a lanciare un’offensiva di terra. Un’operazione che si annuncia complessa. Anche perché, secondo le stime, a Rafah oggi vivono attualmente 1,2 milioni di persone (prima della guerra gli abitanti erano appena 170mila), compresi moltissimi palestinesi che hanno abbandonato il nord della Striscia. E si teme un bagno di sangue.

Ma dal punto di vista militare Netanyahu considera imprescindibile l’obiettivo di conquistare la città. “Coloro che dicono che per nessuna ragione dobbiamo entrare a Rafah, vogliono dire sostanzialmente, ‘perdete la guerra, lasciate che Hamas rimanga lì'”, ha affermato il premier israeliano in una intervista alla Abc.

L’operazione militare a Rafah lascia perplessi anche gli Stati Uniti. Il portavoce della Sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby, ha detto esplicitamente che la Casa Bianca non sosterrà “l’estensione delle operazioni militari dell’esercito israeliano” nella città a sud della Striscia, poiché rappresenterebbe “un disastro” per i palestinesi che si trovano in questa zona. 

Netanyahu: “Al lavoro per garantire ai civili un passaggio sicuro”

Il governo di Tel Aviv però va avanti. Il premier Netanyahu ha spiegato che le forze israeliane “stanno lavorando” alla creazione di un passaggio sicuro per consentire l’uscita da Rafah dei civili palestinesi che vi risiedono o hanno trovato rifugio in questi mesi di guerra.  Netanyahu si è detto “d’accordo con gli americani” sul fatto che sia necessario mettere al sicuro la popolazione. “Lo faremo – ha detto alla Abc -, garantendo un passaggio sicuro per i civili, per farli uscire. Stiamo lavorando a un piano dettagliato”. 

Secondo quanto riferito da un funzionario israeliano alla Cnn, il primo ministro avrebbe informato il gabinetto di guerra che l’operazione delle Forze di difesa israeliane (Idf) a Rafah, nel sud di Gaza, dovrà essere completata entro l’inizio del Ramadan, il 10 marzo. Per raggiungere l’obiettivo Netanyahu avrebbe chiesto al capo di Stato Maggiore Herzi Halevi di richiamare nuovamente i riservisti e dare il via così a una massiccia operazione di terra. E sabato Netanyahu ha dato istruzione alle Idf di presentare al governo piani di evacuazione da Rafah, in vista della prossima operazione dell’esercito.

Raid su Rafah: nella notte altri 25 morti

Intanto i raid proseguono. Nella notte almeno altri 25 palestinesi sono rimasti uccisi e decine di altri sono rimasti feriti questa mattina, denunciano fonti mediche citate dall’agenzia palestinese Wafa. I bombardamenti hanno colpito anche un rifugio nel sud della città del sud della Striscia di Gaza. Le forze israeliane hanno preso di mira anche Khan Younis e Deir al Balah, dove sono morte una donna e un bambino.

Fonte : Today