“Quando li chiamiamo non credono agli stipendi”: ecco quanto guadagnano i nostri laureati in Germania

Dimenticate l’emigrante con la valigia di cartone. Complice un’endemica precarietà, scarse opportunità di crescita e salari fermi agli anni ’90, oggi sono sempre più i nostri laureati a lasciare l’Italia in cerca di opportunità. E una delle mete più battute è sicuramente la Germania. La “locomotiva d’Europa” è da poco entrata in recessione, ma per oltre 30 anni è stata per i nostri professionisti un porto di approdo. Un fenomeno che fa riflettere sulla scarsa valorizzazione delle nostre eccellenze e sul modello di sviluppo che abbiamo scelto.  

“Gli italiani? Non credono alle offerte di lavoro tedesche”

“Non c’erano concorsi, allora ho mandato curriculum in tutta la mia regione. Mi ha risposto solo una casa di cura per una sostituzione. Mi hanno detto che lo stipendio poteva non essere puntuale e che mi avrebbero pagato 8 euro lordi all’ora a partita Iva” racconta a Today.it Giuseppe Maffione, infermiere 31enne di Bisceglie. È il 2014, si è appena laureato, ma capisce subito l’andazzo.

Contatta una casa di cura che si occupa di reclutare personale infermieristico in tre grandi città tedesche e decide di trasferirsi. Oggi conosce la lingua e lavora come libero professionista per vari ospedali. In tedesco si chiama “Zeitarbeit” ed è l’equivalente del lavoro interinale promosso anche da molte cooperative italiane. La differenza è il salario: qui un infermiere che lavora in questa modalità guadagna più di tremila euro netti al mese e può arrivare anche a cinquemila. Perché la flessibilità viene pagata di più.

“Un infermiere pubblico guadagna come base 22500 euro al mese di netto, quindi mille euro in più di un italiano. Da ‘interinali’ si può arrivare però a prendere anche il triplo, questo aiuta un giovane a costruirsi un futuro” ci spiega.

Giuseppe intuisce che c’è spazio anche per fare impresa. Fonda un’azienda che si chiama “German Career Company” con altri colleghi per favorire l’emigrazione di professionisti della sanità italiana. Ma quando li chiama molti rimangono sorpresi: “Abituati a stipendi da 1200 -1500 euro al mese tanti non credevano alle offerte che gli proponevano: le aziende pagano spesso anche l’alloggio, i trasporti e i corsi di lingua. Tutto questo li rendeva scettici e increduli” ci racconta. 

In Italia mancano circa 150mila infermieri e molti scelgono di emigrare alla ricerca di migliori opportunità. In Germania ne erano presenti nel 2021 oltre 4mila.  

“Ogni anno si laureano 10mila infermieri e il 10% dei posti nelle facoltà di infermieristica va deserto – spiega a Today.it Francesco Sciscione, segretario Generale di Nursing Up – c’è una grande disaffezione per questa professione, ed è comprensibile”.

Un infermiere italiano guadagna 1500 euro netti di base al mese quando è assunto, ma molto meno se lavora da interinale con cooperative. E per molti i salari e le condizioni lavorative sono inaccettabili. “Vanno in pensione 4mila infermieri all’anno e molti neolaureati si trasferiscono all’estero per costruirsi un futuro, di questo passo la sanità pubblica non reggerà a lungo” denuncia Sciscione. 

“Io, medico, ho scelto la Germania non solo per ragioni economiche” 

Già, perché a lasciare lo Stivale ci sono anche i medici. In Germania quelli italiani sono quasi 13mila. Gian Marco Rizzuti, siciliano di Agrigento, è uno di loro. “Nel 2012, quando ho chiesto la tesi, il professore sapeva che non avevo santi in paradiso e mi affidò a un suo assistente. Questo voleva dire banalmente che mi sarei laureato, ma che molto probabilmente non sarei entrato in una specializzazione”. 

Gian Marco ha il coraggio di fare una scelta che gli cambia la vita. Nel 2014 si trasferisce in Germania, ottiene il certificato di lingua tedesco C1, il riconoscimento della laurea e si rimette in gioco.

ITALIANI_ESTERO_MIGRANTES
La specializzazione medica in Germania è concepita come un training all’interno della normale attività medica ospedaliera. Entra prima in una in chirurgia vascolare, poi cambia. Oggi sta ultimando il suo percorso in ortopedia e traumatologia, in un ospedale tedesco, per il quale lavora. Uno specializzando percepisce 2800 euro netti, ma lo stipendio sale di anno in anno. E con straordinari e guardie mediche si può arrivare anche a 4-5mila euro mensili. In Italia gli stipendi degli specializzandi si aggirano invece sui 1600 euro.

Ma il confronto con il nostro Paese è sfavorevole in tutto l’arco della carriera. Prendendo in considerazione il potere di acquisto (e gli importi lordi), i medici tedeschi percepiscono stipendi di oltre 80mila dollari annui superiori a quelli italiani, almeno secondo le ultime stime Ocse. Del resto, anche le stime sul costo della vita indicano dei parametri solo appena più alti rispetto all’Italia, almeno per quanto riguarda i prodotto di largo consumo. Per farsi un’idea si può consultare la pagina di Numbeo (un database online di prezzi al consumo formato dalle recensioni degli utenti) relativa alla Germania. Sotto abbiamo riportato un piccolo prospetto relativo al prezzo medio di prodotti di largo consumo.

Per fare un esempio ancora più calzante abbiamo poi guardato agli affitti. Un monolocale al di fuori del centro storico, di una generica città italiana costa intorno ai 600 euro, in Germania supera di poco i 700. Lo scarto aumenta leggermente se si considerano grandi città come Berlino o Monaco di Baviera, ma solo se rapportate con Roma, ad esempio. I costi degli affitti a Milano sono di poco al di sotto di quelli del capoluogo bavarese invece, e superiori a quelli berlinesi. 

GERMANIA_PREZZI

Ma la differenza salariale non è certo l’unica ragione per rimanere: “Qui c’è dinamismo, opportunità di carriera e anche spazi di rivendicazione sociale. I medici incrociano le braccia da sempre per i loro diritti, questa cosa in Italia si è vista solo negli ultimi anni, inoltre ci sono possibilità reali di carriera – racconta Gianmarco a Today.it – poi, certo, la mia terra mi manca, ma non è il momento di tornare”.

“Ho chiesto i soldi a mia madre per l’ultima volta e ho deciso di cambiare” 

C’è sempre una molla a far scattare la decisione di partire. Quello di Mattia De Bella Iovita, 37enne teramano, è una semplice richiesta: “Avevo 27 anni e mi sono trovato a chiedere a mia madre i soldi per uscire la sera. Lì mi sono detto: non è possibile, qui c’è qualcosa che non va”.

Ha una laurea e un master in comunicazione pubblicitaria, ma in Italia si arrangia come può. Poi la decisione. Su suggerimento di un amico si sposta un Germania, destinazione Nordrhein Westfalia, dove cercano circa 6mila insegnanti.

Mattia intuisce l’opportunità, ma l’iter per arrivarci è lungo. Riparte da zero e fa di tutto, dal barista fino al buttafuori. Questa volta però c’è uno Stato che lo sostiene. “Qui l’equivalente del nostro reddito di cittadinanza funziona alla grande. Lo Stato paga i corsi di lingua, ti dà un reddito, ti aiuta con l’affitto e ti offre opportunità concrete per trovare un lavoro. E il motivo è semplice: più lavoratori ci sono, più tasse vengono riscosse”. 
 

STIPENDI_ITALIANI_OCSE

Oggi insegna italiano, arte e inglese in un istituto secondario e guadagna più del doppio di un insegnante italiano: 3400 euro al mese netti. “Svolgiamo anche compiti di segreteria – precisa a Today.it – ma una cosa va compresa: qui i dipendenti pubblici sono rispettati, perché sono quelli che portano avanti lo Stato, una cosa che da noi non succede. Ed è un peccato perché la qualità della scuola italiana è imbattibile, a mio avviso”. Da noi l’istruzione va avanti grazie al lavoro di circa 200mila precari invece. Non assumendoli lo Stato risparmia ogni anno più di 2 miliardi di euro. Il dipendente pubblico è visto spesso solo come una voce di spesa e i risultati si vedono anche in ambito infantile. 

Sì, perché oltre alla drammatica carenza di asili, in Italia mancano migliaia di maestre ed educatori con i comuni costretti spesso a reclutare personale anche non qualificato, come un’inchiesta di RomaToday ha recentemente evidenziato. E quelli qualificati che decidono di emigrare, ad esempio in Germania, trovano condizioni migliori. Sul sito Germitalia, le offerte di lavoro per queste figure partono da una base di 3mila euro lordi al mese, con corso di lingua e alloggio compreso nel periodo della pre-formazione. 

Del resto per Berlino maestre e maestri sono essenziali. Dai primi anni 2000 in Germania vengono portate avanti politiche di contrasto alla denatalità che funzionano. In Italia il crollo delle nascite è invece sempre più drammatico. L’ennesimo sintomo di una “malattia” che dura ormai da più di 30 anni. 

Fonte : Today