Roger Waters ha condiviso sui suoi profili social una conversazione con i fan in cui ha risposto a tutte le domande, tra cui quelle sui concerti più complicati della sua carriera. Il fondatore dei Pink Floyd ha risposto: «Credo sia stato quando ho portato The Wall sulla Potsdamer Platz a Berlino. C’erano grandi problemi logistici, è stato un grande sforzo ma ci siamo riusciti». Si riferisce al concerto del 21 luglio 1990 organizzato a Berlino otto mesi dopo la caduta del Muro nella ex “terra di nessuno” che divideva Est e Ovest tra Potsdamer Platz e la Porta di Brandeburgo, un evento storico in cui il rock è diventato una forma di teatro per raccontare la storia (e in cui il Muro di mattoni bianchi viene abbattuto davanti ad una folla immensa) a cui hanno partecipato anche The Band, Van Morrison, Cindy Lauper, Sinead O’Connor (che decide all’ultimo di non partecipare al concerto e viene registrata solo durante le prove), Marianne Faithfull, Scorpions, Joni Mitchell, Ute Lemper e Bryan Adams e gli attori Tim Curry e Albert Finney.
Dopo aver ricordato questo evento unico nella storia del rock, Roger Waters ha però anche condiviso con i fan uno dei concerti più difficili dal punto di vista emotivo. «Non mi ricordo dove fosse ma era il 1987 durante il tour del mio album Radio K.A.O.S. Gli altri dei Pink Floyd erano in tour e suonavano le mie canzoni e facevano il mio show davanti a 70.000 persone nello stadio di Cincinnati e io invece ero in una arena da quattromila persone semivuota» ha raccontato, «Mi sono detto: questa è una prova da superare. Mentre pensavo a tutto questo ho colpito il microfono mi sono tagliato un labbro e ho cominciato a sanguinare sulla maglietta bianca». Un momento di difficoltà che è diventato uno stimolo ad andare avanti: «Credo che il mio carattere come artista solista si sia formato in quel preciso istante, tra il dolore e l’umiliazione. Quindi voglio ringraziare davvero quelle poche persone che sono venute a vedermi quella sera, non è stato facile».
Fonte : Virgin Radio
