Cani, perché scodinzolano

Su internet capita sempre più spesso di imbattersi in articoli che provano a spiegare perché i cani scodinzolano. Nonostante l’argomento affascini da sempre i proprietari di animali domestici in tutto il mondo, la verità è che non esiste un quadro teorico solido che spieghi il movimento della loro appendice. Di fronte a questo enigma, un team di scienziati ha condotto una ricerca per stabilire i punti fondamentali necessari a rispondere a un semplice interrogativo: per quale motivo i cani agitano la coda?

Lo studio, pubblicato su The Royal Society Publishing, ha riassunto più di 100 articoli scientifici dedicati allo scodinzolio dei cani, analizzando aspetti meccanici, ontogenetici, funzionali ed evolutivi. Il lavoro è finalizzato a individuare un punto di partenza per gli studi del futuro e a migliorare le scoperte empiriche su questi animali da compagnia.

Le varie interpretazioni

Una delle principali convinzioni è che lo scodinzolio sia un comportamento che riflette una sensazione di felicità e benessere da parte del cane. Tuttavia, gli autori della ricerca spiegano che l’idea non è sostenuta in modo unanime nel mondo scientifico. I livelli di cortisolo, l’ormone dello stress, non sono chiaramente correlati a questo comportamento, che sembra invece essere una risposta o un incentivo alle carezze da parte degli esseri umani.

Un’altra parte della letteratura scientifica afferma che i cani scodinzolano quando stanno pensando di attaccare un rivale. I ricercatori affermano che la differenza tra uno scodinzolio amichevole e uno minaccioso sta nell’ampiezza e nel numero di movimenti al minuto. La coautrice dello studio Taylor Hersh spiega che si tratta di una teoria accettata dai veterinari, anche se la revisione degli articoli scientifici del team ha riscontrato carenze nella sua quantificazione.

A fronte di tutte le incertezze, c’è una cosa su cui gli studiosi hanno trovato un’intesa: i cani scodinzolano per comunicare, una caratteristica che condividono con altri canidi come i lupi. La coda posizionata in mezzo alle zampe, per esempio, è un segno di sottomissione a un individuo più aggressivo, un comportamento che si replica in natura. Gli scienziati precisano che, sebbene non tutti i canidi comunichino in questo modo, sembra che quelli addomesticati dall’uomo si siano specializzati in questa forma di linguaggio.

L’addomesticamento

La chiave per risolvere il rebus potrebbe risiedere nell’origine di questo atteggiamento. Gli autori evidenziano due possibili spiegazioni. Una suggerisce che il comportamento non sia comparso come tratto isolato, ma come risultato secondario legato alla selezione di altre caratteristiche. L’uomo ha addomesticato i cani più docili ed è possibile che solo quelli addomesticati avessero il gene legato allo scodinzolio. L’altra ipotesi è che questo comportamento abbia avuto origine dalla preferenza inconscia dell’uomo per i movimenti ritmici simmetrici. Secondo questa tesi, solo i cani che scodinzolano in modo isocrono sono riusciti a sopravvivere fino ai giorni nostri.

Ma lo scodinzolio è un mistero anche dal punto di vista neurale. Andrea Ravignani, uno scienziato coinvolto nella ricerca, sottolinea che non sappiamo con certezza quale regione del cervello sia responsabile del movimento della coda. Non è possibile quindi determinare se avviene automaticamente o se può essere regolato.

Lo studio si conclude con alcune raccomandazioni per i ricercatori intenzionati a studiare il comportamento dei cani in futuri: dal momento che lo scodinzolio sembra essere un tratto multidimensionale, i movimenti dovrebbero essere studiati nel loro insieme, sottoponendo gli animali a stimoli diversi e utilizzando filmati di alta qualità realizzati con software e hardware di tracciamento automatico. I video devono essere confrontati con le misurazioni fisiologiche, come la frequenza cardiaca, i livelli di cortisolo, ossitocina e serotonina.

Questo articolo è comparso originariamente su Wired en español.

Fonte : Wired