“L’ho uccisa perché ero stufo, ora mi sento libero”: così Mauro ha ucciso la madre con uno straccio

Resta in carcere Mauro Pedrotti, il 57enne accusato di aver strangolato e ucciso la madre Santina Delai. Il Gip ha rigettato la richiesta di una misura cautelare meno afflittiva (i domiciliari a casa della figlia) presentata dall’avvocato difensore dell’uomo. Durante l’interrogatorio di convalida, che si è svolto nella mattinata di oggi (venerdì 9 febbraio) nel carcere di Brescia, Pedrotti si è avvalso della facoltà di non rispondere. Ma come riferisce Giovanni Brunelli, legale di fiducia del 57enne, “ha rilasciato dichiarazioni spontanee, ribadendo la versione rilasciata durante l’interrogatorio davanti al pm. Inoltre, ha spiegato di non aver premeditato l’omicidio, ma di aver agito d’impeto e di essersi pentito di ciò che ha fatto”.

Proprio la premeditazione è una della aggravanti contestate dalla procura al 57enne, accusato di omicidio volontario: aveva confessato il delitto dopo più di 20 ore di interrogatorio, tra le caserme di Salò e Brescia. Come si legge nell’ordinanza, firmata dal gip Gaia Sorrentino, in un primo momento Pedrotti avrebbe così dichiarato ai carabinieri: “È da una quindicina di giorni che pensavo di ucciderla”. Poi, però, davanti al pm avrebbe ritrattato dicendo di essersi spiegato male e che, in realtà, “intendeva dire che erano 15 giorni che non dialogava con la mamma”.

Mauro Pedrotti ha ucciso la mamma con uno straccio

Quello che è successo all’alba di mercoledì 7 febbraio è lui stesso a raccontarlo, nella confessione shock finita agli atti. “Mi sono alzato alle 5.20 e poi, dopo 10 minuti, sono andato a casa di mia mamma, le ho messo le mani al collo e dopo le ho stretto, sempre attorno al collo, uno straccio che ho trovato lì. In quel momento, mia mamma stava facendo le pulizie di casa e si trovava in bagno. Lei ha provato a difendersi ed è scivolata. Lei ha urlato il mio nome finché non è riuscita più a parlare. Mentre stavo strangolando mia mamma, ho pensato di inscenare un furto, aprendo alcuni cassetti e tirando fuori alcune magliette”.

La finta rapina e la messinscena

Allarmata dalle urla, una vicina di casa ha però suonato al campanello dell’abitazione della povera Santina: il 57enne è uscito dal garage e ha rassicurato la donna, spiegando che andava tutto bene e la madre stava facendo le pulizie di casa. 

“Dopo essere arrivato sul posto di lavoro, ho pensato di fare 3 telefonate a mia mamma per far sembrare che fosse ancora viva e come se fosse stato un furto”.

A quel punto il 57enne telefona alla moglie, per chiederle di accertarsi che la madre stia bene. Ed è stata proprio la nuora a trovare Santina Delai esanime a terra, con uno straccio intorno al collo, e poi a richiamare Pedrotti per riferire della macabra scoperta. Non vengono però allertati né i soccorsi né i carabinieri: sarà il titolare dell’azienda dove lavora l’uomo, infatti, a chiamarli. Quando poi arriva nell’abitazione dell’anziana madre si premura solo di avvisare un’agenzia di pompe funebri perché si occupi della salma. Chiama anche alcuni parenti ai quali racconta:

” La mamma è morta, me l’hanno soffocata. Sono venuti dentro i ladri”.

“Ora mi sento libero perché non ho più questa civetta sul collo”

L’ipotesi della rapina finita in tragedia non convince però gli inquirenti:  i carabinieri fin da subito concentrano i sospetti sull’unico figlio della vittima, che alla fine crolla e confessa: “L’ho uccisa perché ero stufo del suo carattere, era invadente, mi comandava di fare ogni cosa. Domenica 28 gennaio avevo discusso con mia mamma per il fatto che io volessi vendere casa mia e lei non era d’accordo. Io ho sofferto per questa ennesima discussione. Ora mi sento libero perché non ho più questa civetta sul collo, con ciò intendo riferirmi a mia madre, anche se sono dispiaciuto di averla uccisa”.

Fonte : Today