La comunità ebraica contro Ghali: “Nel brano propaganda anti-israeliana”

Un testo pacifista tacciato di propaganda anti-israeliana. A Sanremo, approda così la questione israelo-palestinese. Bersaglio delle critiche della comunità ebraica milanese è Ghali, il rapper di origini tunisine che sull’Ariston ha portato “Casa mia”, un pezzo sulla differenza di prospettive e sull’uguaglianza, con riferimenti piuttosto chiari alla guerra. 

“Martedì sera al festival di Sanremo, uno spettacolo che dovrebbe unire gli italiani, è andata in scena una esibizione che ha ferito molti spettatori. Ghali ha proposto una canzone per gli abitanti di Gaza, ma a differenza di Ghali non possiamo dimenticare che questa terribile guerra è il prodotto di quanto successo il 7 ottobre”, ha scritto in una nota il presidente della comunità ebraica di Milano, Walker Meghnagi.

Cosa dice la canzone di Ghali “Casa mia”

“Ma come fate a dire che qui è tutto normale/Per tracciare un confine/Con linee immaginarie bombardate un ospedale/Per un pezzo di terra o per un pezzo di pane/Non c’è mai pace”, canta Ghali a un certo punto. Queste le parole che, secondo Meghnagi, avrebbero “ferito molti spetatori”. 

“Non possiamo accettare che nella nostra Italia, nel paese dei nipoti di quanti hanno stilato le leggi razziali, si possa spacciare una tale propaganda antisraeliana, in prima serata, sulla televisione pubblica – prosegue -. Non col nostro silenzio. Le nostre sinagoghe e le nostre scuole sono circondate dalla polizia e dall’esercito, sappiamo sulla nostra pelle che la propaganda finisce per armare le mani dei violenti. E ci chiediamo, dove sono i vertici Rai?”.

La replica di Ghali non si è fatta attendere: “È necessario prendere una posizione perché il silenzio non suoni come un assenso. Se la mia canzone porta luce su quello che si finge di non vedere, allora ben venga. Non si può andare oltre”, ha affermato l’artista su Instagram, precisando che la canzone “affronta anche il tema della guerra, ma che non è conseguenza degli attacchi del 7 ottobre in Israele. È stata scritta prima”.

Fonte : Today