Sanremo 2024, perché tutte le donne in gara meriterebbero di vincere

Durante una delle conferenze stampa mattutine pre-Festival, Giorgia,co-conduttrice della seconda serata di Sanremo 2024,ha lanciato un messaggio importantissimo. A chi le ha chiesto se non fosse il caso di vedere finalmente trionfare una donna all’Ariston dopo tanti anni ha risposto che solo quando la smetteremo di distinguere gli artisti tra uomini e donne e vedremo semplicemente brani di interpreti e cantautori – prescindendo dal genere – si potrà parlare di parità.

L’arte, per sua natura, non ha sesso e le parole di una delle voci più belle del panorama musicale italiano sono condivisibili in toto. Eppure è impossibile non notare che, dati alla mano, una cantante donna non trionfa a Sanremo dal 2015, anno in cui Arisa riuscì a salire sul primo gradino del podio (se si esclude Victoria dei Maneskin come membro di una band). Tra le autrici il salto temporale è ancora più lungo: non c’è una vittoria tra le donne addirittura dal 2008.

C’è da sottolineare che mai come quest’anno, anche a fronte della loro evidente inferiorità numerica tra i concorrenti (le “quote rosa” in gara sono solo 9 su 30, 10 se si considera Angela dei Ricchi e Poveri), le donne che si esibiscono all’Ariston sono state le protagoniste delle esibizioni più intense e rilevanti e sono riuscite a dominare il palco molto più dei colleghi uomini.

Voci uniche in grado di far vibrare le anime del pubblico a casa e in sala, testi emozionanti, performance travolgenti che hanno scaldato la platea e outfit mai banali capaci di esprimere personalità forti e lanciare messaggi importanti: Sanremo 2024, insomma, è femmina. Che sia questa, quindi, l’edizione giusta per una vincitrice? Ecco perché ciascuna delle artiste in gara al Festival quest’anno meriterebbe il trionfo.

Fiorella Mannoia e Loredana Bertè: regine con i loro messaggi femministi

Il Festival di Sanremo 2024 ha segnato il ritorno in gara di due regine della musica italiana: Fiorella Mannoia e Loredana Bertè che hanno deciso di portare sul palco più famoso d’Italia un messaggio di sorellanza femminile e l’hanno fatto riuscendo a rimanere fedeli ai loro stili musicali.

Mariposa, il brano di Mannoia, è una delle poche ballad di questo Festival e ricorda nei suoni la tradizione musicale sudamericana. Il folclore latino è omaggiato anche nel titolo che richiama la storia delle sorelle Mirabel: tre rivoluzionarie dominicane che erano chiamate “le farfalle” (mariposa in spagnolo significa, appunto, farfalla). La vicenda delle tre, uccise perché oppositrici del regime di Trujillo, è però solo la scintilla che ha dato il via all’idea di una canzone che sul palco di Sanremo è diventata un vero e proprio manifesto femminista. Il testo, infatti, ripercorre in un lungo elenco tutti i “ruoli” che vengono affidati alle donne (talvolta anche loro malgrado) e i luoghi comuni che le riguardano. È però, anche una presa di coscienza su cosa significa appartenere all’altra metà del cielo, un modo per celebrare la potenza delle donne, la piena emancipazione e l’orgoglio di vivere la propria femminilità in ogni possibile sfaccettatura. In un momento storico come quello che stiamo vivendo, in cui la violenza di genere è ormai purtroppo protagonista della cronaca quotidiana, una canzone che lancia questo messaggio sarebbe un’ottima vincitrice.

Fonte : Wired