OpenAI ha superato i due miliardi di ricavi

OpenAI ha tagliato lo scorso dicembre il traguardo dei due miliardi di dollari di entrate. Lo riporta il Financial Times, specificando che la società di San Francisco sarebbe peraltro convinta di poter più che raddoppiare tale cifra entro il 2025, forte di un pacchetto di aziende clienti sempre più interessate ad adottare i suoi strumenti di intelligenza artificiale generativa nel lavoro dei propri dipendenti.

Nel dettaglio, nell’ultimo mese del 2023 il fatturato annualizzato di OpenAI ha superato quota 1,6 miliardi di dollari. Il risultato, figlio soprattutto della forte crescita di ChatGPT, ha permesso alla realtà di Sam Altman di superare gli 1,3 miliardi registrati nemmeno due mesi prima, a metà ottobre. In totale, gli investitori hanno valutato la startup più di 80 miliardi di dollari.

Intanto, come riporta l’agenzia Reuters, l’amministratore delegato sta dialogando con gli investitori internazionali, compresi gli Emirati Arabi Uniti, al fine di raccogliere fondi per un’iniziativa specifica. Nel dettaglio, l’intenzione di Altman sarebbe quella di aumentare attraverso soluzioni tecnologiche la capacità mondiale di costruzione di chip e di espandere la propria di alimentare l’intelligenza artificiale. In particolare, l’ad starebbe cercando di abbattere alcuni ostacoli incontrati finora da OpenAI, come per esempio proprio la scarsità di chip di intelligenza artificiale necessari per addestrare modelli linguistici di grandi dimensioni. In tutto, si stima che l’importo utile per portare a termine questi obiettivi possa essere compreso tra i cinque e i sette miliardi di miliardi di dollari.

La Semiconductor industry association (Sia) prevede intanto un aumento del 13,1% delle vendite globali di chip nel 2024, per un importo di circa 595,3 miliardi di dollari. Una buona risposta al calo dell’8% delle vendite registrato nel 2023. Il comparto potrebbe subire una scossa importante se Altman riuscisse a mettere in piedi la sinergia tra OpenAI, investitori, produttori di chip e fornitori di energia che ha in mente. Tali soggetti raccoglierebbero infatti i fondi per costruire fonderie di chip che sarebbero poi gestite dai produttori di questi ultimi.

Fonte : Wired