Sisal, maggiori investimenti e un nuovo umanesimo per tornare a inventare il futuro

Maggior coraggio negli investimenti e un nuovo umanesimo. Sono questi gli ingredienti giusti per andare incontro all’innovazione secondo Sisal, società concessionaria dello Stato nel settore del gioco nata nel 1945. Le esortazioni sono state pronunciate mercoledì 7 febbraio a Roma durante il primo evento di “FutureS“, ciclo di incontri voluti da Sisal per riflettere sul futuro delle aziende italiane. Lo sviluppo dell’intelligenza artificiale attraverso l’impegno di istituzioni e imprese – con le prime che puntano sulle seconde per alimentare la competitività del nostro Paese nel mercato globale dell’AI – è il tema centrale dell’appuntamento moderato dalla giornalista Barbara Carfagna.

Tra gli ospiti invitati ad affrontare l’argomento c’è Alec Ross, tra le altre cose autore del best seller Il nostro futuro. Pur essendo statunitense, Ross si dice molto affezionato al nostro paese (insegna alla Business school di Bologna) e, per questo, spiega senza troppi giri di parole che il lavoro svolto fino ad ora da Italia e Unione europea nell’ambito dell’AI risulta insufficiente. “Oggi solo Cina e Stati Uniti investono risorse importanti nell’Intelligenza artificiale. Noi, qui, ancor prima di spalancare le porte all’innovazione, ci preoccupiamo della sua regolamentazione,“. Da una parte, dunque, la critica all’Ai act europeo, considerato un regolamento troppo vincolante; dall’altra l’invito a un maggior coraggio nell’investimento e nell’ideazione dei prodotti, senza i quali non potremo fare altro che acquistare solo ciò che viene dall’estero. “Siamo forti nell’ambito della ricerca, ma poi ci manca la capacità di fare impresa“, dice a tal proposito il responsabile dell’ufficio Innovazione, Tecnologia e Startup del ministero degli Affari esteri Massimo Carnelos, che fa eco a Ross e aggiunge che gli innovatori italiani si rifiutano di “sporcarsi le mani” con i soldi.

In ogni caso, oltre al coraggio, per realizzare maggiori investimenti dovremmo anche formare e trattenere in Italia (o quantomeno in Europa) lavoratrici e lavoratori specializzati. “La capacità di inventare il futuro è nel Dna di questo paese”, dice Ross che, forse facendo intenzionalmente leva sul cibo, tema tanto caro agli italiani, spiega: “nelle mense delle aziende della Silicon Valley ci sono intere tavolate in cui si parla la vostra lingua. Smettiamola di guardare con riverenza a Elon Musk e iniziamo a produrre”.

Investimenti e formazione, dunque, sono fondamentali tanto quanto un approccio etico allo sviluppo dell’IA generativa. Su questo interviene Francesco Durante, amministratore delegato di Sisal, che rivendica l’impegno di lungo termine dell’azienda: collaborare con le università per creare figure ibride capaci di coniugare competenze tecniche ed umanistiche”. Un passo fondamentale anche per Marina Geymonat, direttrice di Capgemini Invent (brand del Gruppo Capgemini dedicato all’innovazione, al design e alla trasformazione digitale), per la quale “La vera conoscenza non è tale senza le competenze umanistiche, soprattutto in cui in un periodo così fortemente tecnocratico”.

Nei prossimi “FutureS” verranno probabilmente affrontati alcuni temi contenuti nell’agenda 2030 Sisal, come la riduzione dell’impatto ambientale provocato dall’utilizzo dell’AI e l’azzeramento della dipendenza da gioco. Su quest’ultimo punto, Sisal ha recentemente brevettato il proprio metodo di riconoscimento automatico dei soggetti a rischio. Come spiegato a Wired da Francesco Durante, si tratta di un sistema che “anche attraverso l’utilizzo di un algoritmo di AI, svolge un’analisi comportamentale dell’utente, analizzandone le transizioni di gioco in un periodo specifico, così da poter attivare una o più azioni di prevenzione e mitigazione della dipendenza”.

Fonte : Wired