A quanto pare, le regole di moderazione di Twitch sui contenuti sessuali non sono in grado distinguere un Pokémon da un’immagine erotica. Lo streamer SBCoop ha riferito che la piattaforma ha rimosso un’emoji ispirata a Bonsly, una delle creature del popolare franchise giapponese, sostenendo che si trattasse di materiale sessuale e che in quanto tale violasse le condizioni per l’utilizzo del servizio.
Pokémon porno?
SBCoop ha raccontato sui social media di aver inviato l’emoji al team per il controllo dei contenuti di Twitch, affinché la rivedesse e approvasse. La sua intenzione era quella di pubblicare l’immagine in modo che i follower potessero utilizzarla nelle conversazioni in chat, ma la piattaforma ha deciso di vietarla.
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Nelle sue politiche Twitch si riserva il diritto di non autorizzare la pubblicazione e la diffusione di contenuti che alludono a temi sessuali o alla nudità. Tra le altre, non sono ammesse immagini in stile “gasm”, che contengono cioè “torsi sessualizzati o fluidi corporei” e “immagini animate di natiche“. L’emoji proposta da SBCoop è stata classificata in quest’ultima categoria.
Bonsly è un pokémon di tipo roccia che visivamente ricorda un bonsai in un vaso. I contenitori che solitamente ospitano la pianta ornamentale hanno un foro sul fondo, che serve a drenare l’acqua ed evitare che l’umidità in eccesso uccida l’arbusto. La piccola apertura è stata ripresa anche nella raffigurazione originale del personaggio, realizzata dall’artista Midori Harada per il videogioco di ruolo Pokémon Diamante e Perla, ma il dettaglio è stato interpretato dal team di Twitch come un’allusione sessuale.
Il pasticcio di Twitch sui contenuti sessuali
Il caso è la riprova delle difficoltà che il servizio di live-streaming di proprietà di Amazon sta incontrando nel controllare la diffusione dei cosiddetti contenuti Nsfw (Not safe for work, da non visualizzare in ufficio in sostanza). A dicembre, la piattaforma ha cambiato le sue regole per consentire il “nudo artistico“. In quell’occasione, l’amministratore delegato Dan Clancy ha spiegato che la modifica arrivava in risposta alle richieste degli utenti ed era pensata per “consentire alla fiorente comunità di artisti di Twitch di utilizzare le forme umane nella loro arte“.
Due giorni dopo il provvedimento è stato però revocato perché alcuni creator avevano iniziato a pubblicare contenuti che violavano altri termini di utilizzo. “D’ora in avanti, le rappresentazioni di nudità reale o fittizia non saranno consentite su Twitch, indipendentemente dal formato“, ha comunicato Clancy in un post sul blog del servizio.
“Le rappresentazioni digitali di nudo rappresentano una sfida unica: l’intelligenza artificiale può essere utilizzata per generare immagini realistiche ed è difficile distinguere tra arte digitale e fotografia“, ha precisato l’ad.
A gennaio, poi, Twitch ha nuovamente aggiornato le sue condizioni d’uso vietando anche la “nudità implicita“. La nuova politica impedisce agli streamer di dare l’impressione di essere completamente o parzialmente nudi durante le dirette. La mossa punta a evitare ulteriore confusione e a bandire le “black bar“, le barre nere usate per nascondere le zone intime o simulare la nudità. “Non permettiamo agli streamer di sottintendere o suggerire che sono completamente o parzialmente nudi, per esempio coprendo seni o genitali con oggetti o barre nere“, recita la nuova regola.
Più in generale, l’uso diffuso dei sistemi di AI generativa ha sollevato timori per i possibili casi di bullismo o atti illegali intorno a contenuti Nsfw, che stanno spingendo servizi digitali di tutti i tipi a riformulare le proprie regole.
Questo articolo è apparso originariamente su Wired en español.
Fonte : Wired