È ormai chiaro che non verrà concesso ad alcun candidato contrario all’invasione dell’Ucraina di partecipare alle elezioni presidenziali in Russia, previste fra il 15 e il 17 marzo 2024. Il Cremlino ha annullato la candidatura del politico Boris Nadezhdin, che era riuscito a raccogliere attorno a se le forze di opposizione, tra cui i simpatizzanti di Alexei Navalny, il più grande oppositore del presidente russo, Vladimir Putin, in carcere dal 2021, e di Yekaterina Duntsova, la cui candidatura è stata annullata a dicembre 2023.
La Commissione elettorale centrale russa, controllata dal governo autoritario di Putin, ha dichiarato che circa il 15% delle firme raccolte da Nadezhdin per sostenere la sua candidatura sarebbero state irregolari o appartenute a persone decedute. Il tasso di errore sarebbe quindi superiore di 3 volte rispetto al 5% consentito in caso di candidature indipendenti, che devono ottenere 100mila firme totali in almeno 40 diverse regioni della Russia.
Come riporta il Guardian, il Cremlino ha detto di non avere “nulla da aggiungere” rispetto alla decisione della Commissione. Mentre Nadezhdin, che di firme ne ha raccolte 105 mila, ha dichiarato di non avere alcun dubbio che “centinaia di migliaia di persone” abbiano firmato per lui aspettando in lunghe code al freddo e che ricorrerà contro la decisione presso la Corte Suprema del paese.
Il precedente
Tuttavia, è molto difficile che la Corte si pronuncerà a favore del politico, dato l’allineamento ormai assoluto tra potere esecutivo e giudiziario nella Russia di Putin. Inoltre, la Corte ha già rigettato il ricorso di un’altra candidata contraria all’invasione dell’Ucraina, Yekaterina Duntsova, squalificata dalla Commissione elettorale per presunti errori nei suoi documenti, tra cui errori di ortografia. Nonostante ciò, la Corte ha confermato quanto stabilito dalla Commissione.
Dopo l’esclusione di Duntsova, le isolate forze di opposizione in Russia hanno spostato il proprio sostegno verso Nadezhdin, che ha annunciato la sua candidatura solo a gennaio 2024, lanciando una rapidissima raccolta firme. Come Duntsova, anche Nadezhdin ha messo al centro del suo manifesto elettorale una forte critica verso l’invasione dell’Ucraina, definita come “un errore fatale”, e verso Putin, che “vede il mondo dal passato e sta trascinando la Russia nel passato”.
Chi è Nadezhdin
Ex membro del parlamento russo, 60 anni, con una lunga carriera politica alle spalle, ha anche lavorato a stretto contatto con Putin circa otto anni fa, per poi passare nelle forze politiche che svolgono un’opposizione di facciata al partito di governo. Nadezhdin ha promesso di concludere la guerra, ritirare i soldati dal fronte e allentare le leggi contro l’aborto e contro la comunità lgbtqia+. Anche per questo, si legge sulla Cnn, i media di stato russi hanno lanciato una forte campagna diffamatoria contro di lui, vista l’inaspettato sostegno popolare ricevuto con il lancio della sua candidatura, culminata con l’intervento della Commissione elettorale.
Da anni le elezioni in Russia non sono più libere, con molti politici di spicco dell’opposizione a Putin fatti arrestare o ritrovati uccisi, e il leader uscente ha da poco cambiato la costituzione per potersi candidare per un terzo mandato consecutivo. La sua vittoria è data per scontata dal giorno in cui ha presentato la sua candidatura e i tre avversari che non sono stati esclusi fanno parte di partiti allineati con il governo, che non operano come una vera opposizione e sostengono l’invasione dell’Ucraina.
Fonte : Wired