Quel “c’è un non so che di magico” è il “Siamo sempre con voi” che si sente arrivare dai settori più caldi dello stadio:
E subito dopo, la canzone, e quindi il nuovo potenziale coro sposta il focus del racconto. Un po’ come se il tifoso, dopo essersi rivolto alla sua squadra del cuore, ora si rivolgesse al compagno di curva di sempre, attendendolo al proprio posto con una birra in mano:
Poi il climax della canzone cresce, proprio come fa un coro che, partendo dalla curva, viene poi cantato man mano da tutto lo stadio. E le tre rime baciate in successione permettono di iniziare a dare ritmo. Sono quelle in cui la voce del pubblico cresce sempre più forte
Immaginatevi se nel nostro campionato ci fosse ancora Higuain, il Pipita. O se i tifosi esasperati dai risultati della propria squadra, se la prendessero con l’allenatore, il coro sarebbe: “Anche la più bella rosa diventa appassita / se (nome allenatore) è ancora in panchina”. E poi, arriva il momento in cui la voce non basta più. E le parole vengono accompagnate dal battito ritmato delle mani che, nella canzone, è sostituito dalle percussioni.
Un coro fatto a finito, e al prossimo derby di Milano potrebbe già essere utilizzato con qualche piccolo cambiamento al testo. Per esempio, sarebbe già molto credibile se fosse così: “Dammi retta, caro (Inter-Milan)ista, quando (X) segna ti girerà la testa / Non ti vedo, dove sei finito / Tanto lo sai che è così ogni partita”. C’è bisogno di aggiungere altro?
Fonte : Wired