Sanremo, la vita precedente dei La Sad: “Dal bullismo al lavoro in negozio. La musica ci ha salvato”

Dalla convivenza in un monolocale all’Ariston. La musica ha salvato la vita dei La Sad – letteralmente “La tristezza” – che si sono incontrati umanamente e artisticamente mentre erano alle prese con un momento buio. Era il 2020 e, tra quelle quattro mura, hanno trasformato il dolore in una occasione di crescita, tanto da arrivare oggi a Sanremo col brano “Autodistruttivo”, che ripercorre proprio quei ricordi. “La canzone è un insieme di tutte le cose negative che ci sono successe nella vita e le abbiamo fuse insieme”, confidano a Today. Ed è un invito a cercare e assecondare sempre la propria natura, anche quando questa non è conforme alle aspettative degli altri. È l’unico modo per essere davvero felici.

Non è un caso che Theø (capelli verdi), Plant (capelli blu) e Fiks (capelli rosa) abbiano dedicato la loro prima performance sul palco alla prevenzione del suicidio. Una iniziativa realizzata in collaborazione col Telefono Amico. Nel passato di Theo episodi di bullismo rivolti a lui e alla sua famiglia, ma soprattutto alla sua personalità punk, considerata intollerabile ai pettegolezzi di provincia: “Ero un semplice ragazzino del Sud che faceva rime cercando il suo posto nel mondo, ma ci riempivano di insulti. A mia madre i collegi di lavoro dicevano che ero un tossico”. C’è una forte depressione invece nel passato di Theø, che ha lasciato la scuola molto presto, senza aspettare di concludere il liceo, per cercare soldi da investire nella musica: “Sono volato in America e al ritorno in Italia sono finito su percorsi bruttissimi”. Intanto, negli stessi anni, Fiks viveva in Veneto ed era responsabile di un negozio di abbigliamento, “un responsabile anche molto responsabile”, scherza. Ma l’obiettivo era la musica: “Un giorno è arrivato uno dei capi nell’azienda e mi ha chiesto ‘ma ti interessa davvero di questo punto vendita o no? Gli ho detto la verità: no'”. Poi si è fatto le unghie nere e si è trasferito a Milano. Qui l’incontro coi colleghi. “Un colpo di fulmine”, assicurano loro.

La Sad portano sul palco di Sanremo la prevenzione al suicidio

Un passato buio da elaborare, anzi da gridare, è proprio quello in cui si riconosce la generazione di fan che ‘poga’ e canta sotto i loro palchi in giro per l’Italia. Ma i ragazzi di oggi – la prima ad abbattere il tabù della vergogna sul tema della salute mentale – sono davvero una generazione più fragile delle precedenti? Risponde Theø: “I social ci hanno reso esseri umani più tristi. Ci hanno fatto entrare in una bolla in cui tutto sembra fantastico anche quando non è così, contribuendo quindi a creare aspettative irrealistiche”. Fa eco Plant: “È colpa anche del politically correct, perché ha fatto sì che tutti avessero paura di dire ciò che hanno passato, anche pensieri negativi. È proprio questo che vogliamo sfatare”.  

Fonte : Today