Australia: stop a mail e telefonate del capo fuori dall’orario di lavoro

Stop ai timori reverenziali. In Australia i lavoratori vedranno sancito dalla legge il diritto a ignorare telefonate e messaggi dei propri capi che dovessero arrivare al di fuori delle giornate e degli orari di lavoro. Lo riporta l’agenzia Reuters, sottolineando che per i datori di lavoro saranno previste multe qualora dovessero violare la regola.

Quello che è già stato soprannominato il “diritto alla disconnessione” è parte di un pacchetto di norme sulle relazioni industriali proposte dal governo australiano con l’intenzione di proteggere i diritti dei lavoratori e di ripristinare un equilibrio tra la vita professionale e quella privata e conta precedenti simili in Francia, in Spagna e in altri paesi dell’Unione europea.

All’origine del provvedimento

Dopo aver confermato come il sostegno alla legge sia arrivato dalla maggior parte dei senatori australiani, il ministro del Lavoro Tony Burke ha spiegato che la ratio della norma risiede nella necessità di evitare ai dipendenti straordinari non retribuiti.Stiamo semplicemente dicendo – ha affermato in questo senso il primo ministro Anthony Albaneseche chi non viene pagato per lavorare 24 ore al giorno non dovrebbe essere penalizzato se non è online e disponibile 24 ore al giorno”.

Il disegno di legge, che dovrebbe approdare in parlamento a metà febbraio, prevede al suo interno anche altre novità che riguardano il mondo del lavoro. Esso è nato infatti anche con lo scopo, per esempio, di semplificare eventuali transizioni dal lavoro temporaneo a quello a tempo indeterminato e standard minimi sia per categorie come quella stessa dei lavoratori temporanei e i camionisti.

Gli australiani – ha scritto in una denuncia su X il leader nazionale dei Verdi Adam Bandt, accogliendo con soddisfazione la novità – fanno in media sei settimane di straordinario non retribuito ogni anno, pari a oltre 92 miliardi di dollari di salari non pagati in tutta l’economia. Quel tempo è vostro. Non del vostro capo”.

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Fonte : Wired