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La classifica della prima puntata del Festival di Sanremo 2024 ha ovviamente lasciato con l’amaro in bocca tantissimi spettatori a casa. Il primo posto a Loredana Berté, consegnatole dai voti dei giornalisti della sala Stampa, Tv e Web, suona come un gesto al limite del pietismo che la stessa artista non merita. È un primo posto puramente simbolico ma che comunque finirà per determinare la prima classifica generale che sarà stilata alla fine della quarta serata, quando si assegnerà il vincitore delle Cover. È un primo posto che, unito alle posizioni successive (nell’ordine: Angelina Mango, Annalisa, Diodato, Mahmood), appare come un capriccio dei colleghi titolati a votare in ragione di un sottile amichettismo. Qualcosa di fastidioso che palesa, qualora ce ne fosse ancora bisogno, l’urgenza di riformare con serietà il sistema di voto del Festival di Sanremo.
La riforma del sistema di voto del Festival di Sanremo una cosa chiesta a gran voce persino dalla politica. Quando nel 2019 vinse Mahmood al fulmicotone con Ultimo, Luigi Di Maio, che all’epoca dei fatti pensate era vicepremier (!!!), tuonò che c’era da escludere subito le giurie tecniche in favore del “popolo del televoto”. Nessuno considerò la gravità di queste dichiarazioni e purtroppo la prima cosa che Amadeus andò a cambiare una volta subentrato a Claudio Baglioni nel 2020 fu proprio il sistema di voto escludendo il cumulo delle preferenze dai voti della finale a tre, confinando sia agli orchestrali/esperti sia ai giornalisti, di fatto, in una specie di riserva indiana. Un anno dopo, nel 2021, gli orchestrali/esperti furono addirittura estromessi dai voti della serata finale fino ad arrivare a un progressivo appiattimento che ha portato – con l’esclusione della famigerata giuria demoscopica – il televoto a essere l’unico possibile punto di svolta.
Non c’è nulla contro l’artista Loredana Bertè, sia chiaro, tantomeno contro i cari colleghi ammessi al voto. Questa volta, però, abbiamo ancora estremamente chiaro un fatto: il Festival di Sanremo non può restare nelle mani loro – comprendiamo anche la nuovissima giuria delle radio – e del solo televoto. È auspicabile che dal prossimo anno tornino di nuovo a votare almeno gli orchestrali se non addirittura ripristinare una giuria degli esperti o di qualità. L’ultima volta che vinse una donna, ad esempio, è stato nel 2014: Arisa con Controvento. A votare c’erano anche loro, gli esperti. Chi prenderà il posto di Amadeus, li faccia tornare di corsa.
Fonte : Fanpage