Alla vigilia delle elezioni generali di domani l’analisi del vescovo di Hyderabad, presidente della Conferenza episcopale: “I cristiani formino un proprio movimento nazionale a livello politico. Dalle urne nessuno uscirà con la maggioranza: prego per la stabilità economica e il rispetto reciproco, in un Paese dove aumenta la povertà. Finché le donne resteranno ai margini non potremo avere un futuro migliore”.
Hyderabad (AsiaNews) – Il Pakistan va domani alle urne per elezioni generali molto delicate. Anche la vigilia elettorale di oggi è stata segnata da gravi violenze, con due attentati in cui sono morte 28 persone e almeno altre 40 sono rimaste ferite a Pishin e a Qila Saifullah, nella provincia del Baluchistan. Mentre dal carcere l’ex premier Imran Khan ha fatto diffondere ai suoi seguaci un messaggio pre-registrato che invita i seguaci del suo partito a recarsi a votare. Dentro a un contesto così teso, che cosa rappresentano per i cristiani del Pakistan queste elezioni? AsiaNews lo ha chiesto a mons. Samson Shukardin, vescovo della diocesi di Hyderabad e presidente della Conferenza episcopale del Pakistan:
Come ha visto il Paese prepararsi ad andare ai seggi?
Le elezioni generali sono essenziali per la crescita del nostro Paese. Vorrei che fossero trasparenti e che una volta terminate si mirasse a rispondere alle reali esigenze del Paese. In questo momento però sembra che nessun partito da solo possa ottenere la maggioranza e prevedo un governo di coalizione.
Lei ritiene che la comunità cristiana sia ben rappresentata a queste elezioni?
Assolutamente no. Per il modo in cui funziona il sistema elettorale anche i parlamentari che dovrebbero rappresentare le minoranze sono scelti dai partiti politici e non dalla comunità. Tanti elettori, poi, non hanno accesso al voto perché non sono stati registrati, altrimenti in alcune circoscrizioni il cristiani avrebbero un numero molto elevato di voltanti. Dobbiamo migliorare anche noi poiché tutti i fedeli siano consapevoli dei propri diritti e doveri di cittadini.
Che tipo di rappresentanza dovrebbero avere secondo lei i cristiani in Pakistan?
Abbiamo bisogno di buoni candidati che possano servire la nostra comunità. Già oggi in almeno 20 collegi elettorali nel Paese gli elettori cristiani sono un numero significativo e potremmo vincere seggi generali, ma tutto è lasciato alla scelta di ogni partito. A questo punto penso che i cristiani dovrebbero formare un proprio movimento nazionale che possa guidare gli interessi comuni anche in campo politico.
Ritiene adeguato il sistema elettorale?
Sono favorevole all’attuale sistema. Ma ritegno che ai cristiani (come alle altre minoranze) dovrebbe essere consentito di esprimere un doppio voto, uno per i candidati del partito prescelto e uno per i candidati cristiani nelle proprie circoscrizioni elettorali.
Il Partito popolare pakistano (Ppp) ha candidato il cristiano Naeem Gill nella circoscrizione di Warispura, a Faisalabad dove i cristiani sono spesso costretti a fare gli spazzini. Come vede questa scelta?
È quanto chiediamo: è davvero un buon segno e apprezzo il passo compiuto dal Ppp. Anche gli altri partiti dovrebbero seguire questa strada e candidare i cristiani che possano contendersi anche i seggi generali e sedersi nelle Camere.
Che cosa si augura per la giornata di domani e l’esito di queste elezioni?
Sono un leader religioso, ma una cosa che desidero, e per cui prego, è la stabilità economica del mio Paese, visto l’aumento delle persone in povertà. La popolazione del Pakistan è per metà composta da donne: senza il loro contributo a tutti i livelli non possiamo diventare un Paese migliore. Senza le donne non possiamo aspettarci un futuro economico migliore. Oggi prego e mi auguro che le elezioni di domani siano pacifiche. Dovremmo tutti accettarci a vicenda e rispettare le differenze degli altri.
Fonte : Asia