Meta ha annunciato che sta lavorando a una serie di etichette da applicare sui contenuti generati dall’IA e pubblicati su Instagram, Facebook e Threads. L’obiettivo è lanciarle entro il prossimo anno.
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Stiamo assistendo a una nuova frontiera del reale sintetico. L’intelligenza artificiale generativa (IA) è arrivata e ha cominciato a sputare fuori immagini finte che sembrano vere. “Gli utenti devono poter riconoscere i contenuti creati con l’IA”, ha dichiarato Nick Clegg, presidente degli affari globali di Meta (soprattutto ora che l’IA al servizio delle fake news diventerà sempre più pericolosa, man mano che le tecnologie evolveranno). L’obiettivo della società è trovare ed etichettare le immagini generate dall’intelligenza artificiale su Facebook, Instagram e Threads, per denunciare “persone e organizzazioni che vogliono attivamente ingannare le persone”, ha spiegato Clegg in un post sul blog. “Mentre la differenza tra contenuto umano e sintetico diventa sempre più sfumata, le persone vogliono sapere dove si trova il confine”, ha aggiunto.
In realtà i contenuti contengono già filigrane e metadati per identificare l’intervento dei software come Midjourney, Dall-E o Stable Diffusion, ma sono invisibili a occhio nudo, è quindi difficile per gli utenti riconoscere i contenuti reali da quelli generati da un’IA. “I nostri utenti ci hanno detto che apprezzano la trasparenza su questa nuova tecnologia. Quindi è importante aiutare le persone a sapere quando i contenuti fotorealistici che stanno vedendo sono stati creati utilizzando l’intelligenza artificiale”. Clegg ha spiegato che le etichette sono in via di sviluppo e verranno applicate nei prossimi mesi.
“L’obiettivo è renderle disponibili entro il prossimo anno, quando si svolgeranno elezioni importanti in tutto il mondo”. Si era parlato molto dell’impatto che l’intelligenza artificiale avrebbe avuto sulle elezioni politiche. A marzo erano state pubblicate le foto fake che mostravano Trump in manette e dentro una cella, a fine gennaio invece è stata clonata la voce di Joe Biden. Il segretario di Stato David Scanlan ha sottolineato che gli ultimi sviluppi dell’intelligenza artificiale “rafforzano la preoccupazione nazionale sull’effetto dell’IA sulle campagne”.
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Clegg ha spiegato che la società metterà anche un’etichetta più evidente su immagini, video o audio “creati o alterati digitalmente” che “creano un rischio particolarmente elevato di ingannare materialmente il pubblico su una questione importante”. Sono infatti già circolate immagini o audio fake strumentali per manipolare l’opinione pubblica. “Questo lavoro è particolarmente importante, è probabile che diventi uno spazio sempre più conflittuale negli anni a venire”, ha aggiunto Clegg.
“Le persone e le organizzazioni che vogliono attivamente ingannare le persone con contenuti generati dall’intelligenza artificiale cercheranno modi per aggirare le misure di sicurezza messe in atto per rilevarli. Nel nostro settore e nella società più in generale, dovremo continuare a cercare modi per rimanere un passo avanti”.
È sempre più difficile distinguere il vero dal falso
Da novembre 2022 i software sono diventati sempre più performanti. All’inizio era semplice trovare i particolari che tradivano la natura artificiale dell’immagine, audio, o video. Se prima infatti erano i dettagli strani a salvare l’occhio dall’inganno, ora stanno scomparendo. Le mani erano un ottimo indicatore, sproporzionate, o con sette dita, anche le posture potevano essere un indizio, ma con gli ultimi aggiornamenti i software sono riusciti a raddrizzare il tiro rendendo sempre più difficile distinguere il falso dal reale.
L’intelligenza artificiale generativa offre gli strumenti per alimentare un nuovo tipo di disinformazione, quella preventiva, che crea le prove per fatti che non sono mai accaduti. A rafforzare lo sguardo ci sono poi i bias ideologici che spingono sui sentimenti forti, inibiscono i meccanismi razionali e sull’onda dell’entusiasmo scambiamo il falso per vero.
Fonte : Fanpage