Arc esisteva già come una via di mezzo fra browser e applicazione tuttofare, svelata lo scorso anno per iPhone. Ancora prima, in versione desktop per Mac.
Adesso l’apprezzata piattaforma sviluppata da The Browser Company si è tuffata nell’hype dell’intelligenza artificiale creando un’app stand alone, battezzata App Search. Questo si che è un nuovo browser mobile progettato specificamente per iPhone. Come suggerisce il nome, Arc Search punta però a reinventare l’esperienza di ricerca da iPhone, combinando la potenza dell’intelligenza artificiale con un’interfaccia effettivamente molto divertente. E soprattutto, immediatamente utile ai propri scopi.
All’impostazione iniziale, l’app propone di indicare Arc Search come browser di default, per utilizzare al massimo la funzionalità principale della piattaforma, cioè Browse for me (basata su modelli di OpenAI), che a ogni query di ricerca dell’utente fa corrispondere sintesi pertinenti da migliaia di pagine. Tutto senza pubblicità, cookie o banner e inserzioni. Di fatto, Arc Search non restituisce l’usuale elenco di pagine Web utili cui siamo abituati, o blocchi di testo un po’ frustranti, ma costruisce per ogni ricerca una sorta di mini-sito su misura (basato però sui contenuti riassunti da una manciata di siti ritenuti più pertinenti e chiari) contenente immagini, video, informazioni organizzate in modo rapido e semplice da cogliere e, poi, ovviamente, alcuni rimandi a pagine di riferimento selezionate.
Per esempio, domandando ad Arc Search “come costruire un aquilone”, il sistema (per ora solo in inglese) restituisce una pagina in cui elenca i materiali occorrenti, i passi da seguire, i 3 migliori risultati di ricerca ed entra poi nel dettaglio, spiegando come mettere insieme l’intelaiatura, come decorarla e infine come fare decollare l’aquilone. Chiude la pagina un’ulteriore rassegna di link utili. In cima, immagini e video dimostrativi. Un’esperienza sensibilmente diversa anche da quella cui ci stanno abituando in questi ultimi mesi chatbot come Copilot di Microsoft, Bard di Google o ChatGPT, troppo vicina a quella di una chat e dalla user experience in fondo sempre un po’ ingessata.
Josh Miller, CEO della startup, ha spiegato che l’obiettivo è simulare l’interazione con un assistente in grado di farci risparmiare la fatica della selezione, anche se potenziata dall’IA. Un approccio che di recente ha sperimentato anche Google con la sua Search Generative Experience.
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Oltre a Browse for me, Arc consente comunque di fare ricerche tradizionali su Google, Bing, Duck Duck Go ed Ecosia e altri motori di ricerca. Comunque con un sistema più semplice che comprende la modalità lettura, la possibilità di selezionare un elemento nella pagina, di condividere i risultati e così via. Di fatto, è un super-browser che ne integra altri e (volendo) fornisce il suo contributo a base di IA. Una soluzione intermedia e ragionevole per chi non abbia voglia di imbastire a ogni query una conversazione con un chatbot ma su certe ricerche desideri risparmiare tempo e avere indicazioni ben organizzate a colpo d’occhio.
La versione standard di Arc è ovviamente disponibile a parte, ma nei piani del gruppo l’idea è quella, più che naturale, di integrare le due piattaforme: l’app tuttofare e quella più specificamente dedicata alla ricerca.
Fonte : Repubblica