Uragani sempre più violenti, servono nuovi strumenti per misurarli

La crisi del clima ha aumentato così tanto l’intensità e la violenza degli uragani, da portare gli scienziati a dover ampliare la loro classificazione con una nuova categoria. Si tratta di super tempeste con venti superiori ai 300 chilometri orari, che eccedono le misurazioni della scala Saffir-Simpson in uso dagli anni Settanta del Novecento.

Cos’è la scala Saffir-Simpson

Sviluppata da Herbert Saffir, un ingegnere civile, e Robert Simpson, meteorologo ed ex direttore del National hurricane center degli Stati Uniti, la scala classifica gli uragani in base alla velocità massima raggiunta dal vento. Si parte dalla categoria 1, in cui rientrano venti pari o superiori a 119 chilometri orari, fino alla categoria 5, la più forte, che comprende venti pari o superiori ai 252 chilometri all’ora.

Tuttavia, a causa della crisi del clima, 5 uragani hanno ampiamente superato i livelli indicati dalla scala Safir-Simpson negli ultimi 10 anni, e i ricercatori Michael Wehner, scienziato del Lawrence Berkley national laboratory degli Stati uniti, e James Kossin, dell’università del Wisconsin, hanno proposto di creare la categoria 6 per classificarli.

La categoria 6 degli uragani

Con la categoria 6, i due ricercatori indicano tempeste di particolare violenza, come il tifone Haiyan, che ha ucciso più di 6 mila persone nel 2013 nelle Filippine, o l’uragano Patricia, che ha causato 4,32 miliardi di dollari di danni in Messico. I venti di questi due uragani hanno superato i 340 chilometri orari.

La forza delle tempeste è aumentata notevolmente negli ultimi quattro decenni, spinta dal riscaldamento delle acque degli oceani, che a gennaio 2024 hanno già raggiunto la temperatura record di 21,1 gradi, e dall’atmosfera sempre più calda e umida. Per questo, la nuova categoria non serve solo a indicare la maggiore intensità degli uragani, ma anche di “sensibilizzare l’opinione pubblica su come la crisi del clima stia rendendo le tempeste sempre più forti e frequenti”, ha detto Wehner al Guardian.

La proposta di Wehner e Kossin, ancora non integrata dagli organi ufficiali, si unisce a modifiche già in corso nella comunità scientifica per riflettere meglio i cambiamenti che sta subendo il clima negli ultimi anni. Tra questi si trovano il nuovo colore, il viola, usato dall’ufficio australiano di meteorologia per registrare l’aumento record delle temperature o le tre nuove categorie di allerta per registrare lo stress da calore dei coralli, aggiunte dal programma di monitoraggio Coral reef watch del governo statunitense.

Fonte : Wired