Parigi ha deciso di triplicare il costo della sosta per i suv. Con un 54,7% di voti favorevoli degli 80mila partecipanti è infatti stata accolta la proposta di prevedere una tariffa più alta per i non residenti che entrano in città alla guida di uno sport utility vehicle. Cosa succederebbe a Roma e Milano se venisse approvata una proposta di questo tipo?
La proposta in discussione
Triplicare la sosta oraria in quelle che in Italia si chiamano le strisce blu per i suv: questa la proposta sottoposta al voto dei parigini. Bene specificare, fin da subito, che la misura riguarderà esclusivamente i non residenti. Per i possessori parigini si sport utility vehicle, in altre parole, non cambierà nulla. La misura, che dovrebbe entrare in vigore a partire da settembre, porterà da 6 a 18 euro l’ora il costo della sosta nei parcheggi a raso degli arrondissement (così si chiamano a Parigi quelli che a Roma sono i municipi, ndr) dal primo all’undicesimo, quelli più centrali.
Negli altri nove, invece, il prezzo orario del parcheggio passerà da 4 a 12 euro. La tariffa verrà applicata ai veicoli a combustione interna e ibridi che pesino più di 1,6 tonnellate e a quelli a motore elettrico che superino invece le 2 tonnellate. Utile ricordare che i parigini non sono nuovi a prendere decisioni sulla mobilità attraverso referendum: lo scorso anno furono la prima città a vietare la circolazione dei monopattini elettrici.
I risultati parigini
Va detto, innanzitutto, che alle urne si è recato appena il 5,7% degli aventi diritto al voto. Un risultato, scrive il quotidiano britannico Guardian, ben al di sotto delle aspettative di chi ha fatto campagna per il sì. Non essendoci quorum, però, la norma entrerà in vigore. Se si guarda ai risultati nei singoli arrondissement, emerge però l’immagine di una città spezzata in due.
Nei quartieri occidentali della capitale francese, infatti, hanno prevalso i voti contrari, mentre nella parte orientale si è registrata un’affermazione dei favorevoli sufficiente a far pendere verso questi ultimi il risultato finale. Come si spiega questo risultato? Un’ipotesi è legata al reddito dei residenti.
Se infatti si incrociano i risultati referendari con il reddito medio orario (il dato è aggiornato al 2021 e viene dall’Insee, l’Istat francese, ndr), si scopre che emerge una correlazione negativa tra questi due elementi. Detto altrimenti, più alti sono i redditi e più basso è stato il favore verso la proposta referendaria. È un’ipotesi, si basi bene, tanto più che la tariffa triplicata riguarda solo i non residenti.
Cosa succederebbe in Italia?
Come ha scritto sempre il Guardian, molte capitali europee a cominciare da Londra hanno guardato con interesse al voto parigino. Viene allora da chiedersi che succederebbe se una tariffa come quella che entrerà in vigore nella capitale francese a settembre venisse applicata in Italia? Nel paese, cioè, che ha visto un ministro scendere in campo contro l’imposizione del limite di velocità da 30 chilometri orari in molte strade di Bologna.
Ovviamente, non è possibile fare previsioni rispetto a come andrebbe un eventuale referendum. Quello che si può fare è calcolare come cambierebbero le tariffe. A Roma, ovviamente in numeri assoluti, l’aumento della spesa spesa sarebbe molto meno significativo che a Parigi. Nella capitale italiana, infatti, oggi sono in vigore due tariffe: la prima è di un euro l’ora e vale fuori dalle ztl, all’interno delle quali vige l’altra da 1,20 euro l’ora.
Fonte : Wired