Il Tre arriva a Sanremo con una mascotte: si chiama Riri ed è la sua cagnolina. È il suo antidoto al frullatore di questa prima esperienza sanremese: “Camminare con lei è rigenerante, è una terapia”, dice il rapper romano. Dopo aver conquistato le classifiche, l’artista 26enne porta in gara al festival un brano che parla di fragilità, del “coraggio della paura e del credere nei propri sogni”. È intitolato “Fragili” e sarà accompagnato, fuori dall’Ariston, da uno spazio speciale dedicato a chi vuole approfondire il tema della salute mentale, tra incontri con esperti e attività ricreative realizzate in collaborazione con la fondazione Progetto Itaca. L’appuntamento è in Piazza Bresca 27, centro della movida sanremese, e già all’inaugurazione il locale era invaso dai fan del cantante.
“In platea i miei genitori, a loro devo tutto”
Quella del Tre è una scelta profondamente evocativa della sua generazione, la Gen z, che per prima si è impegnata ad abbattere il tabù sulla salute mentale. In questa 74esima edizione della kermesse anche altri artisti ne parlano, da Clara ai La Sad, non a caso coetanei. “La più grande paura dei ragazzi di oggi è quella di non sapere dove andare, non avere un obiettivo né una strada ben chiara, col rischio di perdersi tra distrazioni sbagliate”, spiega a Today. “Mi ci sono ritrovato io stesso in adolescenza e attraverso la musica ho trovato il mio modo di farmi ascoltare”. A salvare Guido Luigi Senia, questo il vero nome del cantante, è stato proprio il rap, dopo anni di tormento interiore in cerca di uno sfogo artistico. A supportarlo la sua famiglia, da cui nasce proprio il nome “Il Tre” (che indica lui, mamma e il papà): “Devo tutto ai miei genitori, mi fido di loro e mi hanno fatto da spalla nei momenti più difficili della mia vita”. Entrambi saranno in platea all’Ariston: “E per me sarà una grande soddisfazione”. Una volta sceso dal palco poi, quale sarà il primo pensiero? “Tornare in camera e controllare che Riri non abbia fatto pipì sul letto. Gli ho messo traversina e sta imparando. Ha appena 7 mesi, diamogli fiducia”, sorride. Intanto, fuori dal locale, un ragazzo ha già lasciato un biglietto sul pannello utile a raccogliere riflessioni: “Non so chi sono”.
Fonte : Today