Ancora cattive notizie legate ai deepfake. Appena qualche settimana fa un dipendente della filiale di Hong Kong di una nota multinazionale è stato indotto con l’inganno a pagare oltre 25 milioni di dollari locali (circa 3 milioni di euro), dopo essere stato invitato a partecipare a una finta riunione di lavoro, i cui partecipanti si sono rivelati creati dalla tecnologia. Secondo quanto riportato dal South China Morning Post, a gennaio lo sfortunato dipendente avrebbe ricevuto un’email dal presunto direttore finanziario della sede del Regno Unito, che lo informava della necessità di effettuare una transazione segreta. E anche se all’inizio il dubbio era che potesse trattarsi di un’email di phishing, si è convinto che tutto fosse a posto dopo aver partecipato a una videochiamata in cui erano presenti altri dipendenti della compagnia.
Solo dopo aver riconosciuto i suoi colleghi, infatti, il dipendente del dipartimento finanziario della multinazionale ha deciso di trasferire 25,6 milioni di dollari su diversi conti bancari di Hong Kong. Ma è bastata una settimana affinché si rendesse conto di essere rimasto vittima di una truffa perfettamente orchestrata, grazie anche al video deepfake della riunione in cui era stato coinvolto. Una volta capito l’inganno, l’uomo – la cui identità rimane anonima, così come l’azienda di appartenenza – ha subito contattato la sede centrale della compagnia, che si è mossa per contattare le forze dell’ordine.
Una storia incredibile, che dimostra quanto possano essere pericolosi i deepfake, soprattutto quando finiscono nelle mani sbagliate. La stessa polizia di Hong Kong, infatti, ha rivelato che negli ultimi mesi molti criminali hanno utilizzato questa tecnologia per mettere a segno le proprie truffe, o addirittura per ingannare i sistemi di riconoscimento facciale utilizzando l’immagine di persone a cui erano state rubati i documenti di identità. Per non parlare del caos Taylor Swift della scorsa settimana, durante la quale la cantante si è vista protagonista di video deepfake porno che hanno letteralmente invaso la rete. La questione è complessa, ed estremamente pericolosa. Pertanto, adesso non resta altro che aspettare che le autorità si muovano per cercare di regolamentare l’uso di questa tecnologia.
Fonte : Wired