Stuprate a 13 e 15 anni, il piano insicurezza di Matteo Salvini

Una ragazzina di 13 anni è stata aggredita con il fidanzato e stuprata, in pieno giorno a Catania, da sette egiziani in affido alle comunità alloggio. Una ragazza di 21 anni è stata violentata e rapinata da un immigrato mentre tornava a casa a Milano. Un’altra ragazzina di 15 anni ha tentato di suicidarsi nell’Adda a Pavia, dopo essere stata stuprata da un nordafricano. Sono soltanto gli ultimi crimini. Eppure, secondo l’alibi di Matteo Salvini, ogni reato commesso da stranieri è sempre colpa dei governi precedenti. Ma è davvero così? Vi spiego qui perché il suo piano sicurezza si è dimostrato nei fatti un piano insicurezza.

Matteo Piantedosi è ministro dell’Interno dal 22 ottobre 2022. E il prefetto Piantedosi a capo della sicurezza dell’Italia l’ha voluto il leader della Lega. Ovviamente stupri e aggressioni non sono responsabilità di Salvini, né di Piantedosi. Sarebbe folle soltanto pensarlo. Ma sarebbe anche ora di comprendere che, nonostante si siano adottate misure tra le più restrittive in Europa, questi provvedimenti non ci proteggono. Perché sono misure di facciata.

Dopo il naufragio a Cutro in Calabria, nel febbraio 2023, Salvini ha imposto al governo un decreto che, tra i tagli, ha eliminato l’assistenza psicologica, l’insegnamento della lingua italiana e l’orientamento legale per gli stranieri ospitati nei centri di prima accoglienza.

L’autogol imposto dalla Lega

Un colpo di forbici che riguarda le 158 mila persone sbarcate nel 2023 e gran parte delle 105 mila arrivate nel 2022. Sono quindi oltre duecentocinquantamila stranieri per i quali, per decisione di Salvini, rinunciamo a scoprire eventuali disturbi attuali o precedenti; impediamo loro di apprendere il primo strumento di inclusione che è la lingua che li ospita; nemmeno diamo il supporto affinché conoscano i diritti ma anche i doveri previsti dalla legge.

Li manteniamo – e ci manteniamo – in un limbo di totale ignoranza perché così, forse, il disadattamento che ne consegue dovrebbe scoraggiare i prossimi sbarchi. Questo però accade soltanto nella fantasiosa visione della Lega. Mentre, nella realtà, le prime vittime di questo disadattamento aggravato a tavolino siamo noi.

Ecco alcune conseguenze. Non abbiamo più abbastanza lavoratori per la nostra economia (secondo il governo, nel triennio 2023-2025, resteranno scoperti 381 mila posti di lavoro). Cooperative e società del terzo settore vincono gli appalti delle prefetture per decine di milioni senza che nessuno controlli l’effettiva erogazione delle prestazioni. E oggi le ragazze non possono camminare per strada o visitare un parco, anche se sono in compagnia e in pieno giorno, come è accaduto a Catania, senza correre il rischio di essere aggredite, rapinate o stuprate. Dopo questo evidente fallimento della dottrina Salvini-Piantedosi, la premier Giorgia Meloni e il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, dovrebbero fare proprio il tema immigrazione-accoglienza-lavoro. E integrarlo nel piano Mattei, l’importante collaborazione che stanno cercando di costruire con i governi africani. La Lega di Salvini ha fatto il suo tempo e forse è il momento di pensare a un ministro dell’Interno più in sintonia con le necessità delle nostre imprese. E con la sicurezza dei cittadini.

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Fonte : Today