Un suicidio ogni due giorni: il triste record delle carceri italiane

Un disabile di 58 anni e un ucraino che già un mese fa si era tagliato la gola. Sono gli ultimi due detenuti che si sono tolti la vita nelle carceri italiane. Dall’inizio dell’anno, la tragica conta dei suicidi ha raggiunto quota quindici, due al giorno. 

”La tendenza drammatica dei suicidi in carcere in Italia è sorprendente soprattutto per la politica che è indifferente e vive un silenzio. Il tasso di suicidi in carcere è 20 volte superiore ai suicidi delle persone libere. Occorrono risposte concrete qui e ora, prima che ci sia l’irreparabile”, afferma Samuele Ciambriello, portavoce nazionale della Conferenza dei garanti locali dei detenuti.

Gli ultimi due suicidi sono avvenuti nella notte tra sabato e domenica. Il 58enna disabile è stato trovato impiccato nella sua cella del penitenziario di Carinola, in provincia di Caserta. Il cittadino ucraino si trovava invece nella casa circondariale di Montorio di Verona, dove pochi giorni fa un altro detenuto si è tolto la vita. L’uomo era da poco uscito dal reparto psichiatrico dove era stato inviato in seguito a un precedente tentativo di suicidio: un mese fa si era tagliato la gola.  

“I malati psichici non dovrebbero stare in carcere, ci meravigliamo per quello che accade in Ungheria, ma in Italia lo Stato è ‘fuorilegge'”, attacca il deputato di Italia Viva Davide Faraone. “Andrebbero inseriti nelle Rems, strutture sanitarie di accoglienza per chi ha commesso dei reati ma è affetto da disturbi mentali. Andrebbero creati nuovi posti in queste strutture e invece le liste d’attesa sono infinite e con esse si allunga la lista dei suicidi nelle strutture penitenziarie”, conclude Faraone.

Nel 2023, i suicidi nelle carceri italiane sono stati 67. I tentati suicidi ben 156. “Occorre intervenire sull’organizzazione delle carceri, sul numero di psicologi, psichiatri ed educatori, figure di ascolto e di mediazione, ma anche sul numero dei progetti di inclusione sociale, di lavoro”, dice Chiambriello. “Occorre intervenire sulla concezione educativa che non c’è dentro il carcere. Il carcere non è un male necessario Occorre intervenire anche sulla coscienza civica rispetto a chi considera il carcere una risposta semplice a bisogni complessi, in primis la sicurezza”, conclude il portavoce nazionale della Conferenza dei garanti locali dei detenuti.

Fonte : Today