Guerra in Medio Oriente, Hamas rinvia risposta su tregua e ostaggi. Media: “Pronto a rifiutare accordo”

Conflitto Israelo-Palestinese

Non è arrivata questa sera la risposta di Hamas sulla proposta di tregua e per il rilascio degli ostaggi elaborata nei giorni scorsi a Parigi e mediata da Egitto e Qatar. Media israeliani e palestinesi sostengono che il gruppo sia pronto a rifiutare l’intesa e a dettare le proprie condizioni. Netanyahu: “Obiettivo è eliminazione Hamas. Non accetteremo accordo a ogni costo”.

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Contrariamente alle attese, non è arrivata questa sera la risposta di Hamas sulla proposta di tregua e per il rilascio degli ostaggi elaborata nei giorni scorsi a Parigi e mediata da Egitto e Qatar. Lo riferiscono media israeliani e palestinesi.

In giornata una televisione saudita aveva fatto sapere che la risposta di Hamas sarebbe arrivata proprio oggi, domenica 4 febbraio, questa è stata tuttavia rimandata. Media locali sostengono che il gruppo islamista sia pronto a rifiutare l’intesa e a dettare le proprie condizioni.

Media: “Hamas pronto a rifiutare l’accordo di Parigi”

Secondo quanto riferito dal media saudita Al-Arabiya, ripreso anche dagli israeliani Ynet e Jerusalem Post, Hamas sarebbe intenzionato a rifiutare l’intesa e vorrebbe chiedere la liberazione di un maggior numero di detenuti palestinesi.

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La risposta scritta a Egitto e Qatar dovrebbe essere inviata “contemporaneamente” nelle prossime ore e – secondo fonti citate da un altro quotidiano saudita, Al-Sharq – conterrebbe anche la richiesta di un totale cessate il fuoco, da sempre rifiutato da Israele. Secondo il canale tv Channel 12, il leader di Hamas, Yahya Sinwar, avrebbe intenzione di chiedere solide garanzie per la fine della guerra e il ritiro delle truppe israeliane.

L’accordo sugli ostaggi “non è dietro l’angolo”, ha confermato il consigliere americano per la Sicurezza Nazionale Jake Sullivan all’emittente Abc, sottolineando che questo tipo di negoziati può procedere molto lentamente fino a quando non comincia ad avanzare molto in fretta, per questo è “difficile avere tempi precisi”.

Il premier israeliano Netanyahu: “Obiettivo è eliminazione di Hamas”

“Voglio essere chiaro riguardo alla nostra politica: l’obiettivo essenziale è innanzitutto l’eliminazione di Hamas“, ha ribadito oggi, domenica 4 febbraio, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu intervenendo all’inizio dell’incontro settimanale del governo a Tel Aviv.

Secondo il premier, tre sarebbero le condizioni per realizzare questo obiettivo: la distruzione dei restanti battaglioni di Hamas, di cui 17 su 24 sono stati sconfitti; operazioni di rastrellamento, che l’esercito starebbe attuando con raid nel Nord e nel centro della Striscia, e la neutralizzazione della rete di tunnel di Hamas, “che richiede più tempo”.

“I nostri sforzi per liberare gli ostaggi procedono incessantemente. Come ho già detto, non accetteremo ogni accordo, né a ogni prezzo. Molte cose che sono state dette nei media come se le avessimo accettate, ad esempio, la liberazione dei terroristi, ma noi non le accettiamo”, ha aggiunto.

Media: “Due bambini uccisi nel bombardamento di un asilo a Rafah”

Intanto, continua a salire il bilancio dei palestinesi uccisi nella Striscia di Gaza dall’inizio degli attacchi israeliani. I morti sarebbero almeno 27.365, secondo quanto si legge nel nuovo aggiornamento delle vittime fornito dal ministero della Sanità di Gaza. I feriti sarebbero 66.630. Solo nelle ultime 24 ore sono state uccise almeno 130 persone, aggiunge il ministero.

Almeno due bambini sono stati uccisi in un attacco israeliano contro un asilo nella città di Rafah, nella parte meridionale di Gaza, ha detto il ministero della Sanità della Striscia citato dall’agenzia Wafa. L’attacco è avvenuto durante la notte tra sabato 3 e domenica 4 febbraio. Ci sarebbero anche decine di feriti. Nell’asilo avevano trovato rifugio molti sfollati.

Nelle ultime ore invece l’esercito israeliano ha compiuto un ‘raid mirato’ a Khan Yunis (nel sud della striscia di Gaza) nella base al-Qadsia, roccaforte della Brigata di Hamas che fungeva da centro di addestramento militare e dove si trovavano gli uffici di Mohammed Sinwar, il fratello del leader locale di Hamas Yihia Sinwar. Entrambi sono tuttora ricercati. Da quella sala di comando, ha riferito il portavoce militare, sono stati progettati i massacri del 7 ottobre.

La base era protetta da ordigni disposti per tempo da Hamas, “anche all’interno delle pareti”; i militari della brigata israeliana Givati sono riusciti a disinnescarli e anche a neutralizzare “i terroristi” barricati all’interno ricorrendo al fuoco di tiratori scelti e di carri armati, nonché dell’aviazione. A Khan Yunis i combattimenti proseguono con forza, in particolare nel suo settore Ovest.

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Fonte : Fanpage