Dopo aver vinto al Sundance Film Festival 2023 ed essere stato premiato come Miglior documentario europeo agli EFA, il lungometraggio sarà nelle sale italiane come evento esclusivo il 5, 6 e 7 febbraio 2024, in versione doppiata e originale con sottotitoli, distribuito da Wanted Cinema
Distribuito da Wanted Cinema, Smoke Sauna – I segreti della sorellanza arriva nelle sale italiane come evento esclusivo il 5, 6 e 7 febbraio in versione doppiata e originale con sottotitoli. Diretto dalla regista estone Anna Hints, al suo esordio con un lungometraggio, Smoke Sauna – I segreti della sorellanza offre allo spettatore uno sguardo tutto al femminile, intimo e al contempo intenso, che porta sul grande schermo un rito ancestrale, quello della sauna della tradizione estone detta “sauna a fumo” della contea di Võru – una pratica mistica e antichissima che dal 2020 è iscritta al Patrimonio culturale immateriale dell’Unesco.
Avvolte nel fumo e nei vapori delle saune, le donne estoni non si liberano soltanto dei loro vestiti ma anche delle loro sofferenze, confidandosi a vicenda i loro segreti più intimi, in un percorso che porta all’emancipazione, alla condivisione profonda, a un momento di ascolto reciproco, dando vita a un momento di purificazione e di benessere del corpo e dello spirito.
Smoke Sauna, la trama del film
Nelle tenebre di una “smoke sauna” – la tipica sauna a fumo e vapore di origine finlandese – un gruppo di donne condivide la narrazione delle esperienze più intime, gioiose o drammatiche e nello scorrere delle ore instaura un profondo senso di “sorellanza”. Grazie ad un forte senso di comunità, le protagoniste del film si spogliano della vergogna intrappolata nei loro corpi e riacquistano la consapevolezza della loro forza femminile.
“Non esiste storia troppo imbarazzante, non esiste fardello troppo pesante da portare con te quando decidi di condividerli con la tua sorellanza…”
Le parole della regista
Quando avevo 11 anni, mio nonno era morto e mia nonna, mia zia, mia nipote ed io andavamo insieme in una smoke sauna. Lì mia nonna ha condiviso con noi la verità che mio nonno l’aveva tradita. La nonna lasciò uscire il dolore e la rabbia, fece pace con mio nonno e il giorno do-po avrebbe potuto seppellirlo in pace. È stato allora che ho capito che la sauna non serve solo a purificare il corpo, ma anche l’anima. L’idea concreta del film mi è venuta nel 2015, mentre ero in un monastero buddista e parteci-pavo a un ritiro silenzioso con mia madre, con la quale ho avuto una relazione turbolenta. Lì, nel silenzio, ho sentito l’importanza di condividere le nostre esperienze e quanto potere abbia la voce. Nell’oscurità protettiva della smoke sauna tutte le emozioni possono emergere e nessuna esperienza è troppo dura o troppo imbarazzante; ogni voce ha il diritto di esprimersi. È stata una sfida registica: come mostrare uno spazio profondo e appartato sul grande schermo in modo che la sua essenza rimanga? Devi creare uno spazio sicuro con i tuoi soggetti e la squadra, costruito su una delle risorse più importanti che hai: la fiducia.
Credo in un cinema trasparente in cui, come regista, non inganni i soggetti, ma sei molto onesto e spieghi qual è il tuo obiettivo con il film. Allora le persone che salgono a bordo possono davvero aiutarti a realizzare quel sogno, e tutti sanno perché lo stanno realizzando.
Anch’io ero sempre nella sauna, leggevo l’aria per notare qualcosa e chiedevo di interrompere le riprese se qualcuno si sentiva a disagio. Il modo in cui abbiamo prodotto questo film è stato davvero magico: vivere tutti insieme in una fattoria dell’Estonia meridionale.
La sorellanza si è formata durante tutto il processo. Non è nemmeno necessario che la sorel-lanza sia tra donne; non dipende dal sesso. Riguarda la comunità. È la connessione tra esseri umani che si sostengono a vicenda e con i quali è possibile condividere qualsiasi storia.
Un film girato in una situazione estrema
“È una situazione davvero estrema sia per le persone che per la tecnologia. Stare al caldo per ore e filmare o azionare un boom non è uno scherzo. Il direttore della fotografia Ants Tammik e il registratore del suono Tanel Kadalipp hanno creato un sistema di raffreddamento, hanno messo delle borse del ghiaccio attorno alla telecamera e avevano un assistente sempre pronto con l’acqua per noi. La sauna era molto calda e alcuni direttori della fotografia mi dissero che semplicemente non era possibile filmare al suo interno, o che avremmo dovuto farlo a temperature più basse. Ero troppo testarda per fare marcia indietro, perché sentivo che avremmo potuto fare questo film solo nella vera sauna calda. Quel calore era importante per i soggetti. A un certo punto volevamo filmare l’apparizione del fumo e siamo rimasti troppo a lungo, quindi abbiamo subito un’intossicazione da fumo. Abbiamo perso anche due obiettivi e un monitor a causa del caldo e dell’umidità. Tutte le persone che hanno condiviso le loro storie o che erano presenti in modo riconoscibile hanno visto il film. Ho coinvolto le donne che hanno condiviso le loro storie nel processo di editing, mostrando loro varie versioni e facendo loro sentire che la sorellanza dura più a lungo che solo durante la produzione.”
Fonte : Sky Tg24