La notizia sembra un episodio cross tra Black Mirror, Csi e The Big Bang Theory, quindi intanto ve la diamo, poi contestualizziamo. Il Comune di Carmagnola, in provincia di Torino, multerà i proprietari dei cani che non raccolgono gli escrementi dei loro animali domestici attraverso l’analisi del dna. E come, vi starete chiedendo? L’intera popolazione canina è stata mappata nel corso del 2023 e ora è sufficiente raccogliere un piccolo campione da terra per risalire ai padroni colpevoli. E infatti le cronache locali riportano la notizia delle prime sei multe notificate dalle forze dell’ordine in questi ultimi giorni, grazie alle analisi compiute dall’Istituto zooprofilattico sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta (Izsplv), ente pubblico che si occupa di salute animale e partner dell’iniziativa.
Come si risale ai trasgressori
Facciamo un passo indietro: l’intera popolazione canina è stata mappata attraverso dei campioni di saliva. O almeno, così dovrebbe essere, tanto che a breve, fanno sapere dal Comune, partiranno i controlli per beccare chi non è in regola con la registrazione del dna. Il progetto è partito nel 2017, racconta Massimiliano Pampaloni, assessore comunale ai Servizi informatici, digitalizzazione e igiene urbana in quota Lega, che ci tiene a precisare di essere “l’ideatore dell’iniziativa”, approvata con modifica del regolamento comunale sul benessere animale nel 2018. Alla registrazione di qualsiasi cane all’anagrafe canina, oltre al microchip, è stato reso obbligatorio il test, gratis nei primi 45 mesi di raccolta, e oggi obbligatorio per tutti alla cifra (convenzionata) di 40 euro. Attualmente le guardie volontarie convenzionate con il Comune di Carmagnola (sulla figura di queste guardie torniamo tra poco) hanno la facoltà di controllare l’avvenuto deposito del campione di dna. Se a seguito di questo controllo non dovesse risultare l’avvenuto deposito del campione salivare del cane intestato, “sarà applicata la sanzione prevista dal vigente regolamento per la tutela e benessere animale: violazione articolo 33, ammenda da un minimo di 50 euro a un massimo di 500 euro”.
Non immaginatevi il Far west. Non è che chiunque possa scendere in strada con una provetta a raccogliere le feci sul marciapiede per incastrare i vicini. I prelievi su strade e luoghi pubblici possono essere effettuati soltanto dalle guardie convenzionate con il Comune di Carmagnola durante i normali servizi sul territorio. Non esiste un servizio di pronto intervento ma si possono inviare segnalazioni riguardo a zone con particolari problematiche a un indirizzo mail. Insomma, prelievo deiezioni fai da te no, delazioni sì.
Ma chi sono queste guardie convenzionate? O meglio: come si diventa guardie convenzionate con il Comune di Carmagnola? Quale cursus honorum bisogna attestare per essere adatti al ruolo di “raccoglitori-di-deiezioni”? Sempre l’assessore Pampaloni ci ha confermato che si tratta di guardie giudiziare, come recita d’altronde il sito del Comune: “Si diventa Gev [guardie ecologiche volontarie, ndr] dopo aver frequentato un corso di 140 ore su materie ambientali e legislative, sostenuto un esame sulle materie di studio ed aver ricevuto la nomina di guardia giurata particolare, che da [sì, è senza accento nel documento ufficiale: sigh!] competenza su alcune leggi regionali e nazionali tra le quali la L. R. [legge regionale, ndr] n. 32 del 1982. In breve, come Gev, siamo autorizzati a esercitare attività di vigilanza, informazione e sanzionatoria”. Tutto chiaro ora.
Le multe
Vi starete chiedendo a quanto ammontano le multe: 100 euro, a cui vanno sommati i costi dell’esame (il test è pur sempre convenzionato, 40 euro) e 10 di notifica, per un totale che supera i 150 euro per ogni singola infrazione accertata. Anche l’esame è a carico del proprietario e non della collettività.
Una piccola riflessione
Proviamo a fare un attimo i seri: è probabile che la notizia vi abbia strappato un sorriso. Ma può essere letta in una chiave un po’ inquietante almeno per due motivi. A nessuno piace calpestare la cacca dei cani. E fin qui, nessun dubbio. Sembra esserci però una sproporzione tra il disagio provocato e lo stato di sorveglianza che genera la scelta di mettere in piedi una ricerca come quella del Comune di Carmagnola, con tanto di analisi al dna. Tanto più che la natura del provvedimento è punitiva, anziché educativa. Sebbene l’assessore, dalla sua, abbia confermato che è un “problema sentitissimo dalla gente, non avete idea”. La seconda riflessione, pur non volendo cadere nella retorica spicciola, è più che altro un interrogativo: oggi la cacca dei cani, e domani? Se lo stato di controllo dato dalle implementazioni e dall’abbattimento dei costi delle nuove tecnologie oggi si spinge fino all’analisi delle deiezioni canine, dove potrebbe arrivare in futuro? Fino a quali limiti siamo disposti a spingerci per la volontà di colpire l’infrazione di una regola alla base del vivere in società? Sembra assurdo, certo, ma le cacche dei cani a Carmagnola possono essere un buon punto di partenza per interrogarci sul tema.
Fonte : Wired