Oggi il Partito Democratico ricorda più un liquido che il principale movimento progressista del Paese, per la sua inconsistenza e assenza di forma. Il Pd è come l’acqua e la sua segretaria Elly Schlein è immersa in questo liquido: al di fuori la sua voce non si sente. Una democrazia merita un governo eletto e un’opposizione degna di essere definita tale. Allo stesso modo, chi non si riconosce nei partiti di maggioranza ha bisogno di un punto di riferimento politico in Parlamento.
Un governo c’è, si sente, con le sue grosse incoerenze (basta vedere il prima e dopo di Giorgia Meloni) ma l’opposizione? Meloni ha portato Fratelli d’Italia dal 4 per cento a primo partito italiano a capo di una coalizione di maggioranza, rispondendo a esigenze e domande di chi l’ha votata. Fdi è fortemente riconoscibile e ha una forma definita. Nessuno dice al Pd, un partito progressista – sulla carta – di fare il partito di destra: ma quali sono i temi in cui si identifica e con cui si presenta il Partito Democratico con Elly Schlein segretaria? Sullo sfondo, si allungano le ombre di Giuseppe Conte e delle elezioni europee.
Che fa il Pd e di cosa parla: Conte dà una “sveglia”
Elly Schlein, prima segretaria nella storia del Partito Democratico, sembrava l’antitesi naturale di Giorgia Meloni, prima donna presidente del Consiglio a capo di una coalizione di centrodestra. Ma la controvoce di Giorgia Meloni è sempre più Giuseppe Conte e con lui il Movimento 5 Stelle. Sui temi le posture sono nette, rumorose, da opposizione insomma. Conte si fa sentire, anche troppo per i potenziali alleati, che a volte si permette anche di usare per piantare più in profondità le bandiere politiche del M5s sui temi “forti”. Prendete la guerra in Ucraina: per differenziarsi dal Pd Conte lo ha definito un partito “bellicista”.
Schlein contro Conte: “Basta mistificazioni, ne risponderà ai suoi elettori”
A riguardo Schlein ha avuto un timido sussulto stimolato più dai compagni di partito che altro. La reazione è stata un pelo al di sopra di un – autodefinito – “approccio Zen” usato per evitare divisioni nel “campo” alternativo alla destra che vorrebbe creare. L’M5s di Conte ha temi ben definiti e riconoscibili per cui battersi, come il Superbonus, l’invio delle armi in Ucraina, l’ambiente, Per il Partito Democratico, invece, si fatica a capire quali siano i temi forti in cui si identifica e per cui è pronto a sommergere social e internet per farsi sentire.
E di assist dal governo Meloni ne sono arrivati, ma raccolti male o per nulla. D’altronde per una forza progressista dovrebbe essere facile, naturale, fare opposizione a un governo più a destra che al centro. E invece. La voce è flebile, la comunicazione difetta, e quelli che dovrebbero essere naturali punti forti vengono meglio presidiati da Conte o fagocitati dalla destra, persino.
No, caro Pd, il 7 febbraio noi non ci saremo.
Se davvero si vuole lavorare con noi per costruire una seria alternativa di governo, di cui l’Italia ha dannatamente bisogno, dobbiamo mettere da parte l’ipocrisia su quelle che sono battaglie sicuramente giuste, come quelle su Rai…
— Giuseppe Conte (@GiuseppeConteIT) January 29, 2024
Eclatante il caso della legge sull’eutanasia in Veneto o di Ilaria Salis, su cui la scena se l’è presa, incredibilmente, Meloni. Sui diritti, anche un’ammissione: “Oggi il Pd chiede scusa se è stato troppo timido nel difendere i diritti lgbt+”, ha detto Schlein. Nessuno dice al Pd di fare il M5s ma forse l’atteggiamento di Conte può insegnare qualcosa.
La forma dell’acqua e il Pd che galleggia
Schlein non ha esaltato i suoi punti di forza e ha sottolineato le debolezze del partito che dirige. La segretaria ha idee in cui crede, ma si vede a malapena. Il suo partito non impone mai riflessioni su temi di attualità, insegue, risponde, commenta. Va sempre di riflesso a stimoli esterni che non sono i suoi, oggi è Meloni, domani è Conte. Come un liquido, il Pd prende la forma delle polemiche del giorno, vi si adegua e sopravvive, galleggiando. Nell’ultima Supermedia di YouTrend la linea di galleggiamento del Pd è intorno al 19 per cento: è davvero questa la dimensione del principale partito progressista italiano?
All’orizzonte le elezioni europee. Schlein sembra da sola in un partito che non ha posizioni comuni su nulla, dove il tema più divisivo sembra essere proprio lei. L’ultima spia dei malcontenti riguarda la sua potenziale candidatura, con Francesco Rutelli che l’ha sconsigliata dal farlo, citando Romano Prodi: “Chi si candida e chiede il voto, è giusto che poi mantenga l’impegno con gli elettori”.
Tra europee, elezioni amministrative e alleanze “delicate” con il Movimento 5 Stelle di Conte, si ha come la sensazione che qualsiasi cosa accada Schlein sbaglierà scelta. In ogni caso, non pare che si stia facendo qualcosa per smuovere le acque. Solo le tanti “correnti” interne possono farlo, nel frattempo le elezioni incombono e la temperatura intorno a Schlein sale: c’è il rischio che l’acqua evapori.
Fonte : Today