Il 2023 è stato l’anno più caldo di sempre. Ma è solo l’ultimo di una lunga serie. Sul perché di questo fenomeno la quasi totalità della comunità scientifica è concorde: la causa è l’aumento in atmosfera della Co2 e degli altri gas serra. E il ritornello è da anni lo stesso: noi cosa possiamo farci? In realtà non poco. Nel 2021 ciascun italiano ha prodotto una media 5.4 tonnellate di Co2 pro-capite. Se le moltiplichiamo per la popolazione residente, e sommiamo a questa cifra l’anidride carbonica emessa per mantenere i nostri servizi (ad esempio il riscaldamento dei nostri ospedali e dei nostri mezzi pubblici), arriviamo a circa 416 milioni di tonnellate di Co2 complessive. Una cifra enorme che dipende da molte variabili e che ho provato (nel mio piccolo) a ridurre.
Quanto inquina il nostro stile di vita
Le ragioni per le quali ciascuno di noi contribuisce al riscaldamento globale sono svariate. La maggior parte dell’energia elettrica che consumiamo, ad esempio, viene ancora prodotta da centrali termoelettriche (ovvero alimentate con combustibili fossili) come si può vedere chiaramente nel grafico sotto.
In più, molti degli elettrodomestici che utilizziamo sono inefficienti. Inoltre mangiamo ancora troppa carne, nonostante la consapevolezza che gli allevamenti intensivi producano una quota considerevole di gas serra. C’è poi il problema del riscaldamento delle nostre abitazioni, del loro isolamento termico e quello dei nostri autoveicoli alimentati, nella maggioranza dei casi, ancora con fonti fossili.
Per calcolare l’impatto di ciascun italiano sul clima, il Politecnico di Milano e Vailant, tra le maggiori aziende produttrici di caldaie, hanno realizzato nel 2019 un tool chiamato (non a caso): “La tua impronta”. Attraverso un semplice questionario possiamo scoprire quanta Co2 produciamo.
Oltre 6 tonnellate di Co2 l’anno: così, anche io, impatto sul clima
Il risultato dipende da molte variabili, spesso difficilmente modificabili. Si produce meno Co2 abitando in una regione con clima più caldo, in un condominio piuttosto che in una villetta unifamiliare e condividendo lo stesso tetto con più persone. E ovviamente lo si fa scegliendo case con standard di efficienza energetica adeguati. Si emettono quasi 700 kg di anidride carbonica in meno abitando in una casa costruita dopo il 2005 rispetto a una anteriore al 1978 e mai ristrutturata.
Nel test indico di essere in possesso di una caldaia tradizionale (non a condensazione), di utilizzare elettrodomestici che hanno almeno 5 anni e di possedere un auto a diesel Euro 4 che quest’anno compie 15 anni. Dichiaro inoltre di seguire un’alimentazione bilanciata, in cui carne e pesce sono presenti, anche se non quotidianamente.
Il risultato? Produco in media più di 4 tonnellate di Co2 all’anno. Aggiungendo 2700 kg di Co2, di cui usufruisco indirettamente per godere di vari servizi pubblici, arriviamo a una media di oltre 6700 tonnellate. E l’evidenza è una: per far scendere la media, mantenendo il mio stile di vita, devo aprire il portafoglio.
Quanto mi costa comprare elettrodomestici più “green”
Scansiamo subito l’equivoco: potrei benissimo vivere senza condizionatore, anche se Roma, la città dove abito, a luglio assomiglia ormai a Bangkok. Così come potrei fare a meno della lavastoviglie e perfino della lavatrice. Decido però di rimanere un figlio degli anni ’80 e non privarmi di nulla.
Parto dalla base: il cambio di una vecchia caldaia con una nuova a condensazione. Anche quest’anno c’è la possibilità di usufruire di un bonus del 65% per sostituire un vecchio impianto. Deve essere almeno di classe A e dotato di sistema di termoregolazione. L’offerta è sicuramente allettante ma, anche tenendo conto delle detrazioni, il minimo che devo sborsare non è inferiore ai 500 euro.
Stesso bonus è previsto per i condizionatori: in questo caso mi trovo a spenderne per un impianto a due split (entry level e non di marca) appena 210. Parliamo ovviamente di climatizzatori di classe A, a pompa di calore, che possono essere utilizzati per il riscaldamento invernale. Il discorso cambia per gli altri elettrodomestici: non sto ristrutturando casa, quindi di fatto non ho diritto al bonus del 50% previsto anche per il 2024. Qui le cose si complicano. Per un buon frigorifero spazioso, dotato di congelatore, che presenta una classe di efficienza energetica A o B, bisogna preventivare almeno un 900 euro di spesa. Anche per una lavastoviglie di classe A++ devo sostenere una spesa di almeno 400 euro.
Mi rimane da ricomprare la lavatrice e il forno elettrico. Per una lavatrice di alta efficienza energetica il costo da sostenere è 300 euro, per un forno con le stesse caratteristiche 200. Parliamo sempre di modelli orientati al risparmio.
Il rebus del bonus auto 2024 e i “rischi” della transizione
Il discorso cambia radicalmente per l’auto. Ho una Ford Fiesta Diesel del 2009, una autovettura omologata Euro 4 che vorrei sostituire con un veicolo elettrico o quantomeno ibrido. Per una nuova automobile elettrica di livello base bisogna preventivare almeno 21mila euro. Per una vettura ibrida (nuova) almeno 15mila. Esistono incentivi per l’acquisto e la rottamazione di vecchi veicoli che variano in base all’emissione di Co2 e che, al momento, non sono molto convenienti. Per l’acquisto di un auto elettrica, ad esempio, sono previsti 5mila euro di bonus con rottamazione e 3mila senza.
A conti fatti mi conviene aspettare. Secondo il piano di incentivi 2024, con le nuove misure messe in cantiere dal governo (ma non ancora formalizzate ufficialmente) potrei arrivare a ottenere un bonus rottamazione fino a 11.250 euro dando indietro la mia vecchia auto (Euro 4) per l’acquisto di una vettura elettrica, di circa 6.875 euro se scegliessi una ibrida.
Bene, se avete avuto la pazienza di seguirmi, adesso è il momento di fare i conti. Nella migliore delle ipotesi spenderei complessivamente quasi 13mila euro in caso di cambio elettrodomestici e acquisto di una vettura elettrica e poco più di 10mila euro se decidessi di optare per un auto ibrida.
“I conti”
- Costo complessivo per l’acquisti di nuovi elettrodomestici (con bonus) : 2.510 €
- Costo auto ibrida (modello base): 14.600 €
- Costo auto elettrica (modello base): 21.450 €
- Costo auto elettrica + elettrodomestici (con rottamazione 2024): 12.710 €
- Costo auto ibrida + elettrodomestici (con rottamazione 2024): 10.235 €
- Costo auto elettrica + elettrodomestici (con rottamazione 2023): 18.560 €
- Costo auto ibrida + elettrodomestici (con rottamazione 2023): 12.110 €
- Costo auto elettrica + elettrodomestici (bonus 2023 senza rottamazione): 20.910 €
- Costo auto ibrida + elettrodomestici (bonus 2023 senza rottamazione): 14.110 €
Tutti ciò, ovviamente, a patto che il nuovo piano di bonus 2024 non subisca modifiche e venga effettivamente concretizzato. Perché oggi spenderei invece oltre 18mila euro nel primo caso e quasi 12mila nel secondo. Senza rottamare la mia vecchia auto devo mettere invece in conto una spesa di oltre 20mila euro.
La scelta di un auto ed elettrodomestici più efficienti, uniti a una alimentazione che limita carne, pesce e formaggi, mi permette di abbassare le emissioni di Co2 di una tonnellata, come potete vedere sopra. Certo potrei stanziare altre spese per interventi strutturali come un cappotto termico a casa, ma mi ritengo intanto soddisfatto.
L’opzione migliore sarebbe ovviamente quella della “sobrietà”. Affidandomi solo ai mezzi pubblici (o a una bicicletta), all’essenzialità di forno e frigorifero come elettrodomestici e scegliendo un tipo di alimentazione vegana riuscirei a risparmiare un’altra tonnellata di Co2, come potete vedere nel prospetto sotto.
Poi mi rendo conto di non aver ancora abbracciato lo zen e che non me la sento di affidare la mia vita al trasporto pubblico romano. E l’impressione è che, anche se sarebbe auspicabile rinunciare a molte comodità in pochi saranno disposti a farlo. E che la transizione, senza adeguati investimenti in servizi pubblici e giustizia sociale, potrebbe presto trasformarsi in un boomerang su cui più di un apprendista stregone potrebbe essere pronto a soffiare.
Fonte : Today