Annalisa Oddone ha denunciato una serie di utenti che avrebbero rubato i suoi video per rivenderli su altre piattaforme. Secondo le dichiarazioni del suo avvocato le indagini della procura si sarebbero arenate: “L’impressione è che ci sia un pregiudizio morale”.
Annalisa Oddone ha una storia quasi classica nel mondo di OnlyFans. Poco più di 30 anni, un lavoro sicuro ma non molto gratificante, qualche dubbio per il futuro. A un certo punto decide di aprire un profilo di OnlyFans, la piattaforma in cui è possibile abbonarsi ai creator per avere dei contenuti esclusivi. Contenuti che nella maggior parte dei casi sono espliciti.
La piattaforma si basa su un accordo chiaro tra utenti e creator. Gli utenti pagano un abbonamento mensile per avere dei contenuti in esclusiva e poi possono pagare per dei singoli contenuti dedicati. In ogni caso, le regole della piattaforma non prevedono che il contenuto possa essere distribuito da altre parti.
Eppure Annalisa ha raccontato in un’intervista al Corriere della Sera che alcuni sui utenti hanno condiviso i suoi materiali su altri siti. Ma non solo. Nonostante le denunce della content creator, al momento sembra che non ci sia ancora un modo per bloccare qui contenuti.
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Cosa dicono i Termini di servizio di OnlyFans
Sulla gestione dei contenuti di OnlyFans la piattaforma è abbastanza chiara. I contenuti che vengono pubblicati sulla bacheca degli utenti o inviati a chi sceglie di pagare il servizio non possono essere diffusi altrove. Gli obiettivi sono due. Il primo è quello di tutelare i creator, permettendo loro di gestire il più possibile il materiale. Il secondo è quello di tutelare la piattaforma. Se i contenuti possono essere visti gratis ovunque, chi è davvero disposo a pagare?
“Non si può riprodurre, stampare, distribuire, scaricare, modificare, creare opere derivate, visualizzare pubblicamente, eseguire pubblicamente, ripubblicare, scaricare, archiviare o trasmettere qualsiasi contenuto, ad eccezione di quanto consentito dai termini di servizio”.
La storia di Annalisa
Nonostante questo, Annalisa ha raccontato al Corriere della Sera di aver denunciato più volte alla procura di Asti che alcuni utenti hanno preso i suoi video per pubblicarli su altre piattaforme. A volte anche rivendendoli a pagamento. Spiega l’avvocato Alberto Metallo: “Abbiamo fornito tutte le informazioni in nostro possesso per sviluppare le indagini, OnlyFans ha comunicato indirizzi Ip e carte di credito degli acquirenti. Ma gli accertamenti non sono andati avanti”.
Questo ha portato a una serie di archiviazioni. Sempre il Corriere riporta un passaggio della Procura: “È ragionevole ritenere che essi abbiano pensato che fossero filmati dal contenuto pornografico in libera circolazione”. Il rischio, se l’archiviazione fosse confermata, è evidente. Tutta l’economia di OnlyFans si regge sull’esclusività, o meglio la presunta esclusività, dei contenuti. Se qualsiasi cosa si può trovare gratis altrove, chi continuerà a pagare?
Fonte : Fanpage