Accompagnare bambini e famiglie nel percorso digitale dalla nascita fino alle scuole medie: è l’intento che si è sempre posta l’Associazione Mec (media, educazione, comunità) che da Udine, opera in tutto il Friuli Venezia Giulia e ora anche in gran parte d’Italia.
“Siamo attivi a Udine da dieci anni – racconta Giacomo Trevisan, coordinatore dei progetti educativi – e lavoriamo nell’ambito dell’educazione ai media, che oggi significa principalmente digitale”. L’associazione si rivolge al mondo della scuola, ma si inserisce in un contesto di comunità educante coinvolgendo docenti, genitori e altre istituzioni.
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Per mano dalla nascita alla fine delle scuole medie
Negli ultimi tre anni, sono nati tre progetti significativi, che coinvolgono fasce d’età diverse. I “Patti Digitali” sono il più noto e coinvolgono attivamente le famiglie nel processo educativo digitale.
“L’obiettivo è andare oltre la semplice formazione, coinvolgendo le famiglie nella definizione di regole comuni”, afferma Trevisan. Il progetto affronta l’importante questione di dare dispositivi digitali ai bambini troppo presto o per troppo tempo, cercando di coinvolgere famiglie motivate nella costruzione di regole familiari da condividere con altre.
“È fondamentale – continua l’esperto – avere regole comuni perché quando i figli si trovano con ragazzi che seguono regole diverse, gran parte dello sforzo educativo diventa vano”.
Il progetto ha già dimostrato successi con una significativa riduzione del possesso di smartphone tra gli studenti di prima media nelle sperimentazioni effettuate.
Un secondo progetto, Civix, offre ai ragazzi delle medie la possibilità di ottenere un “Patentino per lo smartphone”.
Si tratta di un percorso sull’uso consapevole di internet e della tecnologia digitale: “Grazie a un finanziamento di Regione Friuli Venezia Giulia e dalla Fondazione privata Friuli abbiamo raggiunto il 90% delle scuole della nostra regione”, afferma Trevisan.
Questa fascia d’età è una delle più delicate. A dimostrarlo è la ricerca di Mec “Il digitale in famiglia”, condotta su più di tremila famiglie abitanti in Friuli Venezia Giulia, con figli dagli 11 ai 13 anni. Sei famiglie su dieci guardano la tv durante i pasti, 9 su 10 permettono ai figli l’uso della tecnologia prima di dormire, la metà fanno usare loro gli smartphone prima di andare a scuola. Non solo: ancora tre genitori su dieci non limitano in alcun modo l’utilizzo dello smartphone, cinque ragazzi su dieci lo tengono acceso in camera durante la notte, sei su dieci durante lo studio e la metà dei genitori non adotta degli accorgimenti durante lo studio per evitare le distrazioni da smartphone. Queste sono solo alcune delle cattive abitudini che l’Associazione Mec, per mezzo dei suoi progetti si propone di scardinare per il bene dei ragazzi.
Il progetto, che consente ai ragazzi di ottenere il “Patentino per lo Smartphone”, consiste in un percorso formativo di dieci ore svolte in classe, affrontando tutti i principali argomenti necessari per l’uso consapevole dei media digitali. Compiti a casa, test in classe e un test finale permettono di valutare l’impegno e la comprensione acquisita.
Il terzo progetto, “Custodi Digitali,” si rivolge a più piccoli, da zero a sei anni: “Questa è un’età cruciale in cui l’eccessiva esposizione a dispositivi digitali può interferire con la crescita – spiega Trevisan – ma le famiglie in questa fase sono difficilmente raggiungibili non essendoci l’obbligo scolastico. Per questo abbiamo deciso di coinvolgere i pediatri: sono gli unici che incontrano tutte le famiglie fin dalla nascita di un bambino”. Dopo aver seguito una formazione specifica, i pediatri forniscono consigli personalizzati alle famiglie e consegnano periodicamente, in corrispondenza ai bilanci di salute, delle schede che contengono indicazioni sulla corretta gestione dei dispositivi digitali per le diverse fasce di età dei bambini. L’obiettivo è quello di promuovere benessere digitale in famiglia e lo sviluppo della cittadinanza digitale, non solo attraverso percorsi educativi e formativi, ma anche grazie ad alleanze strategiche. Il 90% dei pediatri di famiglia in Friuli Venezia Giulia ha aderito e l’iniziativa sta per essere estesa a livello nazionale.
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Come partecipare
Infine, l’Associazione Mec si impegna attivamente sul fronte del cyberbullismo e delle dipendenze digitali, lavorando per contrastare l’isolamento sociale causato dall’eccessivo utilizzo delle tecnologie. Con più di 50 Patti attivi in tutta Italia, Mec dimostra come un’educazione ai media ben strutturata possa cambiare abitudini e contribuire a un utilizzo più consapevole delle tecnologie digitali, sin dalla tenera età.
Ma come si possono attivare i progetti dell’associazione nelle scuole o comunità? “Basta contattarci attraverso il nostro sito (www.associazionemec.it) per richiedere informazioni – conclude il coordinatore -. La prima fase di supporto è gratuita e mira a condividere indicazioni per avviare progetti educativi simili a quelli ormai rodati in Friuli Venezia Giulia in altre realtà”.
Fonte : Repubblica