La comunità autonoma della Catalogna, in Spagna, è colpita ormai da tre anni da un’incessante siccità. Alcune zone della regione non vedono una goccia di pioggia dal 2021 e le riserve idriche sono scese sotto il 16% a gennaio 2024, portando il governo locale ad adottare misure di emergenza per contenere la crisi. Il provvedimento riguarda 202 comuni, compresa Barcellona, popolati da circa 6 milioni di persone, quasi tutta la popolazione della Catalogna.
Le contromisure
Le misure di emergenza, già in vigore da tempo nel nord della regione, prevedono la chiusura delle fontane, dei parchi acquatici, delle piste di pattinaggio, delle docce in spiaggia, delle piscine pubbliche e private, il divieto di irrigare i parchi e lavare le auto. Resteranno aperte solo le piscine che usano acqua di mare e gli autolavaggi che riciclano l’acqua, mentre saranno usate le acque delle falde sotterranee per irrigare gli alberi.
Inoltre, come riporta il quotidiano El Diario, il consumo d’acqua per l’agricoltura è stato ridotto dell’80%, per gli allevamenti del 50% e per le attività industriali del 25%. Anche il consumo domestico giornaliero è stato limitato a 200 litri a persona, ma non sono stati attivati i piani per ridurre la pressione dell’acqua nelle città, che avrebbero potuto bloccare l’accesso all’acqua per tutte le persone che vivono ai piani superiori dei condomini.
Le precedenti siccità
Il presidente della Catalogna, Pere Aragones, ha definito la situazione attuale come la peggiore siccità della storia moderna del paese, anche più grave della siccità che colpì la regione tra il 2007 e il 2008 si legge sul Guardian. All’epoca, per reagire alla situazione di emergenza, le autorità costruirono il più grande impianto di desalinizzazione dell’acqua in Europa, che oggi garantisce il 33% delle forniture idriche di Barcellona, e aumentarono il riciclo delle acque reflue, responsabili oggi del 25% delle forniture.
Queste azioni hanno permesso di contenere, almeno in parte, l’attuale crisi idrica e, infatti, le autorità hanno attivato solo la prima delle tre fasi previste per lo stato di emergenza da siccità. Le successive, che scattano nel caso le riserve idriche dovessero scendere sotto il 10%, impongono restrizioni al consumo ancora più severe di quelle annunciate in questi giorni. Tuttavia, l’uso delle acque desalinizzate è molto costoso sia in termini economici che energetici e in mancanza di una completa conversione del settore alle rinnovabili, le emissioni dovute agli impianti vanno ad aggravare il problema alla radice, aumentando l’inquinamento responsabile della crisi del clima.
Oltre alla crisi climatica, la siccità in Catalogna è stata aggravata dai turisti. Come riporta El Pais, in base ai risultati di una ricerca del comune di Barcellona il consumo medio di acqua per gli ospiti di un hotel a 5 stelle è pari a 545 litri al giorno, per quelli a 4 stelle il consumo scende a 373 litri e in quelli a 3 stelle a 232 litri. I residenti ne consumano solo 163. Tuttavia, il settore che consuma più acqua resta quello agricolo, con circa l’80% della domanda totale, e risulta anche essere quello più colpito. L’assenza di piogge ha distrutto i raccolti di uva e olive, comportando un aumento del 50% del prezzo dell’olio.
Fonte : Wired