La recente operazione condotta dal nucleo investigativo dei carabinieri di Napoli ha acceso i riflettori, ancora una volta, su una realtà sempre più pesante: la glorificazione della criminalità attraverso i social media. Luigi Sorrentino, già noto alle forze dell’ordine per i suoi trascorsi delittuosi, e sua moglie Loredana Belluno, figlia di un ex boss della NCO, sono stati arrestati in seguito a una serie di perquisizioni autorizzate dal Tribunale partenopeo. Questa coppia, nonostante sia stata precedentemente coinvolta in reati legati al traffico di droga nel 2017, ha continuato a tessere la propria tela di illegalità sui social network, in particolare su TikTok. La piattaforma, una volta celebrata come luogo di divertimento e condivisione innocente, sta rapidamente trasformandosi in un terreno fertile per la propaganda e la glorificazione dei clan criminali, dello spaccio di droga e della violenza contro le forze dell’ordine. I post e i video pubblicati da Sorrentino e Belluno non sono soltanto un riflesso della loro devianza personale, ma rappresentano un pericoloso riflesso di una società in crisi.
La risposta da parte delle autorità e dei gestori delle piattaforme è assente
Hanno assunto il ruolo di icone di una cultura distorta, in cui la delinquenza viene esaltata e le regole sono calpestate senza alcuna esitazione. È sconcertante osservare come TikTok, una delle piattaforme social più popolari tra i giovani, sia stata insozzata da contenuti che promuovono la violenza, l’illegalità e il disprezzo per l’autorità. Video di detenuti che diffondono messaggi cifrati, corse clandestine, esaltazione della camorra e persino bambini messi alla guida di veicoli motorizzati: tutto questo trova spazio e visibilità su TikTok. Ma ciò che è ancor più allarmante è la mancanza di una risposta efficace da parte delle autorità e dei gestori delle piattaforme social. Le segnalazioni di contenuti inappropriati vengono ignorate o trattate con estrema lentezza, consentendo a questa cultura distorta di proliferare e radicarsi ancora di più nella nostra società. A questo punto, forse, l’unica spiegazione razionale è che questi contenuti, tenuti insieme dal letame, in fondo, piacciano anche a loro.
La delinquenza viene elevata a un falso status di eroismo
La regola è tenere gli occhi incollati sullo schermo dello smartphone per poi voltarli dall’altra parte quando si tratta di riconoscere e rigettare questo degrado culturale e sociale senza precedenti. È imperativo che istituzioni, cittadini e gestori delle piattaforme social si uniscano per contrastare questa deriva pericolosa. Interrompere la glorificazione della criminalità è una necessità che non può essere ignorata né procrastinata. Dobbiamo riconoscere che ci troviamo di fronte a una sorta di “ghetto virtuale”, volgare e virulento, in cui il rispetto per le regole e l’autorità viene ridicolizzato e deriso, mentre la delinquenza viene elevata a un falso status di eroismo. Ormai non si tratta più solamente di ribellarsi contro questa narrazione distorta; piuttosto, occorrerebbe una pillola contro il voltastomaco costante che persiste anche dopo aver skippato questo tipo di contenuti.
Fonte : Today