Violenza: attenzione ai falsi profili creati con l’AI per rubare foto e video intimi

Oltre 6 adolescenti su 10 sono vittime di violenza. Il 71% ha subito forme di violenza psicologica o verbale, il 19% è stato al centro di episodi di cyberbullismo mentre il 63% ha dovuto fare i conti con i bulli. Sono alcuni dei dati emersi dall’indagine dell’Osservatorio InDifesa di Terre des Hommes, realizzato insieme a OneDay e alla community di ScuolaZoo, che ha coinvolto oltre 4mila giovani tra i 14 e i 26 anni. Le più colpite dalla violenza fisica e psicologica sono le persone che si definiscono non binarie (83%), poi le ragazze (70%) e infine i ragazzi (56%). Nel mirino dei bulli della rete finiscono soprattutto le donne (21% contro il 16% dei loro compagni), che subiscono maggiormente il cosiddetto catcalling (commenti di carattere sessuale non graditi ricevuti da estranei in luoghi pubblici), denunciato dal 61% delle intervistate (per i maschi questo aspetto si ferma al 6%). Percentuali più alte per le ragazze anche per quanto riguarda le molestie sessuali, riportate dal 30% (al 7 per i maschi, 23% in generale).

Usare l’intelligenza artificiale per la sextortion

E se il luogo che spaventa di più in assoluto la Generazione Z rimane la scuola (il 66% teme di essere vittima di violenza tra le mura scolastiche), il web viene percepito come uno spazio pericoloso per il 39%. Per il 56% dei ragazzi che hanno risposto all’indagine, il rischio di cyberbullismo è quello più elevato, poco distante si trova il revenge porn (45%), il furto d’identità e la perdita della privacy (35%), l’adescamento da parte di estranei (35%), le molestie (30%), l’alienazione dalla vita reale (25%) e lo stalking (23%). Inoltre, il web cambia velocemente e anche l’intelligenza artificiale viene sempre di più sfruttata dalle organizzazioni criminali per estorcere informazioni sensibili.

“Oltre al revenge porn esiste anche il fenomeno della sextortion, ovvero l’ estorsione con finalità intima – spiega, durante la conferenza stampa di presentazione dei risultati dell’indagine, Marco Domizi, assistente capo coordinatore del Centro operativo sicurezza cibernetica (Cosc) della polizia postale in Lombardia -. Si viene ingannati per avere in cambio materiale intimo e questo è possibile grazie alla creazione di profili molto credibili che utilizzano proprio l’intelligenza artificiale, grazie alla quale il rischio di cadere in questi tranelli aumenta. Tutte le tecniche che abbiamo messo in campo fino adesso per verificare che un profilo non sia un falso purtroppo oggi non funzionano più.

Cosa fare, quindi, per tutelarsi? “Se ci rendiamo conto di avere dei sospetti su un profilo perché inizia a chiedere del materiale intimo, lo blocchiamo e lo segnaliamo – prosegue Domizi -. Purtroppo dietro a questi profili spesso non c’è un singolo individuo ma vere e proprie organizzazioni criminali che sono molto esperte nell’ingannare. Se si cade nella trappola, l’importante è rivolgersi subito alla polizia, senza pensare di poter risolvere tutto da soli. La legge del 2017 contro il cyberbullismo ha anche introdotto in ogni scuola un referente apposito al quale rivolgersi in caso di necessità”.

Le conseguenze del bullismo sui ragazzi

Dopo essere stati vittime di violenza, la prima conseguenza registrata nelle risposte dei ragazzi intervistati è la perdita di autostima, oltre alla sicurezza e fiducia negli altri (75%). Preoccupante anche il dato del 47% che dice di soffrire di ansia sociale e attacchi di panico o il 45% che denuncia un progressivo isolamento e allontanamento dai coetanei. Gli altri effetti negativi sono la difficoltà di concentrazione e il basso rendimento scolastico (28%), la depressione (28%), la paura e il rifiuto della scuola (24%), i disturbi alimentari (24%) e anche l’autolesionismo (20%). Secondo Marzia Terragni, psicoterapeuta di Terre des Hommes, “si dice che i bulli abbiano un problema con l’empatia, però in molti dei casi questi ragazzi hanno una storia alle spalle che non ha insegnato loro a mettersi nei panni dell’altro. Con queste persone il lavoro principale consiste nell’aiuto ad avere empatia in primis verso se stessi. Sono loro infatti che spesso si fanno del male e mettono in atto percorsi distruttivi”. Per Terragni la figura dello psicologo scolastico dovrebbe essere più sfruttata: “Dallo sportello dello psicologo si viene spesso mandati da qualcuno e quindi l’approccio è più difficoltoso ma questa figura potrebbe essere utilizzata molto di più. Riprendiamo a vedere lo psicologo come uno degli adulti che può essere davvero d’aiuto in caso di bisogno”.

Fonte : Wired